Pensione sogno impossibile per i giovani italiani: dagli ultimi dati emerge che gli under 35 arriveranno a quasi 74 anni per maturare un assegno pensionistico di 1577 euro lordi al mese, ossia 1099 euro netti.
Sono i calcoli di una ricerca del Consiglio nazionale Giovani, organo consultivo della presidenza del Consiglio tramite l'istituto "EURES ricerche economiche e sociali" presentato l'8 agosto a Roma .
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La Presidente MC Pisani nell'illustrare la ricerca "Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani. Quali risposte all’inverno previdenziale” chiede alle istituzioni più attenzione e un dibattito approfondito sul tema che può portare ad un emergenza sociale di qui a 30 anni:
“La crescente precarizzazione e discontinuità lavorativa, associata a retribuzioni basse e mancanza di garanzie sociali, colpisce in particolare i giovani e le donne, rendendo più difficile il loro percorso di ingresso nel mercato del lavoro, la stabilità contrattuale e i livelli retributivi”.
“Tutto questo comporta un impatto significativo sulla situazione previdenziale futura dei giovani”, ha sottolineato Pisani. “La questione demografica e il passaggio al sistema ‘contributivo puro’ mettono ulteriormente a rischio la sostenibilità del nostro sistema pensionistico. Questa tendenza impone ai cittadini di lavorare più a lungo per ricevere pensioni meno generose rispetto alle generazioni precedenti.” " Secondo l’analisi di EURES, ha proseguito la Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, “la combinazione di discontinuità lavorativa e retribuzioni basse per i lavoratori under 35 determinerà un ritiro dal lavoro solo per vecchiaia, con importi pensionistici prossimi a quello di un assegno sociale. Una situazione che sarà socialmente insostenibile”.
I dati illustrati nella presentazione della ricerca parlano chiaro
- per i lavoratori dipendenti che oggi hanno meno di 35 anni: nel 2057, a 73,6 anni ), l’importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.577 euro lordi mensili (1.099 euro al netto dell’Irpef)
- Per i lavoratori in partita iva nel 2057 e 3,6 anni) di età l'importo dell’assegno pensionistico ammonterebbe a 1.650 euro lordi mensili (1.128 al netto dell’Irpef),
Questo nonostante secondo Eurostat, la spesa pensionistica in Italia rappresentasse il 17,6% del PIL nel 2020, il secondo più alto nell’UE27 dopo la Grecia, e molto superiore alla media dell’UE27 del 13,6% e che continua a salire .
Inoltre secondo OCSE i giovani entrati nel mondo del lavoro nel 2020 all’età di 22 anni in Italia raggiungeranno l’età pensionabile solo a 71 anni, il dato più alto tra i principali Paesi europei.
Va sottolineato il collegamento del trattamento pensionistico con l'importo delle retribuzioni delle giovani generazioni molto più basso rispetto alla media della popolazione lavorativa:
under 25 | stipendio medio 8824 euro | 40% della retribuzione media |
lavoratori tra 25 e 34 anni | stipendio medio 17.076 | 78% della retribuzione media |
e con l'incidenza di contratti a termine e atipici che è passata:
- dal 29,6% del totale nel 2011,
- al 39,8% del totale nel 2021 .
Solo nell'ultimo anno i contratti a tempo indeterminato hanno ripreso a crescere.
La ricerca evidenzia in sostanza che il modello di calcolo delle pensioni puramente contributivo è sostenibile solo se inserito in un mercato del lavoro basato su stabilità e crescita retributiva, cosa lontana dalla realtà attuale con carriere frammentarie, che iniziano tardi. e si svolgono anche all'estero Aspetti oltremodo rilevanti per le donne.
Uno dei relatori , il consigliere Fortuna ha affermato “Alla luce di questi dati, come Consiglio nazionale dei giovani, continuiamo ancora una volta a rivendicare l’introduzione di una pensione di garanzia per i giovani che preveda strumenti di sostegno e copertura al monte contributivo per i periodi di formazione, discontinuità e fragilità salariale dei giovani. Interventi cui dovranno accompagnarsi, se non si vuole ignorare il rischio di povertà cui sono esposte intere generazioni, modifiche strutturali che consentano un acceso stabile e di qualità nel mercato del lavoro restituendo, peraltro, sostenibilità a un modello previdenziale a scambio generazionale.
“Questa tendenza è inoltre preoccupante per la società nel suo complesso, minacciando la competitività e il benessere futuro del nostro Paese nei prossimi anni”, ha concluso la Presidente Maria Cristina Pisani. “Abbiamo bisogno di un dibattito nazionale più aperto e inclusivo sulle pensioni. È una questione di giustizia intergenerazionale e di sostenibilità del nostro sistema sociale”.
La palla passa ora a parti sociali e Governo impegnati nel prossimo mese di settembre al tavolo di discussione sulla riforma delle pensioni 2024, ancora spesso occupate a studiare pensioni anticipate per le generazioni già garantite dal sistema rispetto a una prospettiva tanto diversa , e preoccupante, per le giovani generazioni.