Il decreto legge 20/2023 del 10.3.2023 con le nuove norme sull'immigrazione amplia sostanzialmente i flussi di ingresso di lavoratori extracomunitari in agricoltura a partire dal prossimo anno.
La novità di maggiore impatto è infatti la priorità che viene garantita ai datori di lavoro agricoli nel prossimo decreto flussi.
In sostanza chi farà domanda a partire dal 27 marzo e dovesse risultare in eccesso rispetto alla quota prevista dall'ultimo decreto flussi , si vedrà garantito l'accesso nelle quote del prossimo provvedimento.
Vedi anche Decreto flussi 2022 oltre 82mila ingressi previsti
Ulteriore novità è anche il fatto che non sarà necessario presentare una nuova istanza per rientrare nelle quote fissate dai decreti successivi, sempre nell'ambito del settore agricolo
Decreto flussi triennale dal 2023
Le organizzazioni datoriali dell'agricoltura hanno anche valutato con favore altri tre aspetti :
- il fatto che il decreto flussi abbia una durata triennale
- che anche i permessi di soggiorno per lavoro a tempo indeterminato, autonomo e per ricongiungimento familiare avranno durata triennale
- i nulla i nulla osta al lavoro potranno essere rilasciati anche prima del parere della Questura, salvo poi essere revocati nel caso emergano elementi ostaativi. Inoltre il nulla osta sarà avalido per iniziare l'attivita anche in attesa della firma del contratto di soggiorno
Tutti questi aspetti oltre che velocizzare i tempi per le assunzioni dovrebbero consentire di semplificare la programmazione e la gestione dei lavoratori per le aziende.
Ingressi extra Decreto flussi
Il decreto migranti 20 2023 prevede inoltre , in prospettiva, ulteriori possibili ingressi extra decreto flussi per cittadini extracomunitari che abbiamo portato a termine nel loro paese corsi di formazione professionale, civiltà e lingua italiana.
Tali corsi saranno organizzati sulla base degli specifici fabbisogni delle aziende , indicati tramite il ministero del lavoro da parte delle varie associazioni di categoria.
In questo caso i lavoratori dovrebbero fare richiesta di visto entro sei mesi dalla fine del corso, allegando la disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro.
Questa misura ovviamente ha bisogno di molto più tempo per essere operativa dato che passa attraverso accordi bilaterali con i paesi di provenienza e l'organizzazione delle procedure e per i flussi di di comunicazione tra gli enti e la programmazione dei percorsi formativi.