Il click day del decreto flussi fissato per ieri 27 marzo ha registrato 238.335 domande nella prima ora , a fronte dei soli 82.705 ingressi previsti dal Governo con il dpcm del 26 gennaio 2023
Il ministero del lavoro fa sapere che prende il via già oggi un nuovo confronto tra Ministro e parti sociali per un'analisi del mercato del lavoro che consenta di definire le quote massime di ingressi di lavoratori stranieri in Italia per il triennio 2023-2025, secondo la nuova procedura introdotta dal D.L. 20/2023 ("decreto Cutro") QUI il testo.
Alla riunione di oggi partecipano le organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, che si sono impegnate a condividere entro il 5 aprile 2023 una previsione puntuale dei fabbisogni occupazionali, stagionali e non stagionali, nei settori di riferimento.
Alla luce delle 240mila domande presentate ieri le organizzazioni datoriali e sindacali hanno ribadito la richiesta urgente di nuovo decreto flussi, che arrivi prima dell'annunciato decreto triennale perché venga data risposta a tutte le domande già presentate.
Viene sottolineata anche la necessita di ridurre al massimo gli ulteriori adempimenti a carico dei datori di lavoro mentre si ribadisce l'apprezzamento per la norma che esclude dalle quote gli ingressi di lavoratori già formati con corsi professionalizzanti nel proprio paese d'origine
Intanto esplode anche il numero di arrivi clandestini e l'associazione dei comuni italiani ANCI richiede fondi per 600 milioni di euro per far fronte all'accoglienza
Decreto flussi 2022
E' stato definito dal Governo nello scorso mese di gennaio il decreto flussi firmato dal Ministro Piantedosi . La quota di ingressi è fissata a 82.705 lavoratori immigrati extracomunitari da impiegare come di consueto in diversi settori, principalmente l'agricoltura.
Il numero è superiore a quello varato l'anno scorso dal Governo Draghi (69 .000) che era a sua volta circa il doppio del numero fissato nel 2020. Leggi in merito Decreto flussi 2021
Il vicepresidente del Consiglio Mantovano ha precisato in consiglio dei Ministri , presentando il provvedimento, che alcune quote sono riservate
- ai lavoratori di Paesi con cui entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria,
- a quelli che completano programmi di formazione nei Paesi di origine e
- alle richieste delle organizzazioni professionali dei datori di lavoro che assumono l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori».
Obbligo verifica lavoratori disponibili
Il decreto prevedeva l'applicazione di norma presente nel Testo unico sull’Immigrazione ma raramente utilizzata in passato: si tratta dell'obbligo di controllo preventivo da parte del datore di lavoro intenzionato a utilizzare il decreto flussi di controllare prima nel centro per l'impiego competente che non sia disponibile un lavoratore italiano o comunitario, già presente nel territorio italiano.
La procedura è già prevista anche in una nota operativa predisposta dall’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (ANPAL) che ha predisposto per le aziende un modello di richiesta da presentare al Centro per l’impiego, in modo da garantire un’applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale.
La procedura, inattaccabile dal punto di vista logico e normativo, risulta complessa dal punto di vista pratico per la difficoltà di coordinare i tempi di azione dei vari enti coinvolti rispetto alle esigenze dei datori di lavoro che chiedono da sempre tempi certi e ridotti per le assunzioni.