Il rinnovo dei contratti dei settori commercio e terziario forse si avvicina.
Dopo lo sciopero del 22 dicembre 2023 per milioni di lavoratrici e lavoratori in attesa dei rinnovi dei contratti nazionali del settore commercio e terziario le organizzazioni sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs comunicano che le associazioni imprenditoriali di settore Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione e le Associazioni Cooperative hanno trasmesso formali richieste di ripresa dei negoziati. Gli incontri saranno programmati nel mese di febbraio.
La richiesta di riattivare i tavoli da parte delle associazioni datoriali - ha dichiarato il segretario generale della Fisascat che ha sottolineato come non si possa considerare il rinnovo dei contratti una variabile dipendente da motivi o esterni come ’inflazione, la crisi, i conflitti e ogni altra criticità
La mobilitazione di dicembre 2023 ha interessato in particolare i contratti dei seguenti settori
- Terziario,
- Distribuzione e Servizi,
- Distribuzione Moderna Organizzata e
- Distribuzione Cooperativa,
era stata organizzata per protestare contro il rifiuto delle associazioni datoriali di settore Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital “a riconoscere incrementi retributivi in linea con l’andamento inflazionistico (8,1% nel 2023) .
I sindacati chiedevano anche «un decisivo intervento dello Stato per incentivare la contrattazione collettiva anche tramite tagli contributivi alle imprese, da legare agli aumenti contrattuali, e sgravi fiscali per le lavoratrici e i lavoratori»
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Accordo economico Contratti commercio: aumenti e una tantum 2023
Era stato messo a punto il 12 dicembre 2022 un protocollo d’intesa comune che interviene parzialmente, sugli aspetti economici per tutti i contratti sopracitati prevedendo:
- una indennità una tantum di 350 euro lordi (al IV livello, da riparametrare per gli altri) per la vacanza contrattuale
- un acconto sull’aumento delle retribuzioni a partire dal 2023.
In particolare, l'una tantum è riconosciuta come segue:
- 200 euro con la retribuzione di gennaio 2023 e
- 150 euro nella busta paga di marzo.
Le retribuzioni sono aumentate a partire da aprile 2023 con 30 euro mensili per la paga base.
Nel complesso quindi per la paga base del livello medio ci dovrebbero essere entro fine 2023 circa 710 euro in più.
Contratti commercio: 2^ tranche una tantum e precisazioni
Nella busta paga di marzo 2023 tutti i lavoratori del settore terziario delle organizzazioni aderenti hanno ricevuto la seconda tranche dell'Una tantum concordata a dicembre scorso ed eventuali conguagli riferiti alla prima tranche.
Gli importi sono infatti erogati pro quota in rapporto ai mesi di anzianità di servizio maturati tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2022.
Ai fini dell'anzianità di servizio non saranno conteggiati i periodi di servizio militare, aspettative non retribuite ; sono computati invece:
- congedo di maternità,
- congedi parentali ,
- periodi di fruizione degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.
ATTENZIONE L'una tantum non sarà utile ai fini del computo di altri istituti contrattuali, né del TFR.
Confcommercio ha precisato in particolare che
- Ai lavoratori con contratto part time verticale e lavoratori intermittenti l'una tantum verrà riconosciuta per tutte le giornate lavorative prestate,
- L'importo va calcolato in riferimento ai livelli di inquadramento in essere nel periodo di riferimento e sarà assoggettata a tassazione separata come emolumento tardivo
- l'una tantum non spetta in caso di rapporto cessato prima del 12 dicembre, o data dell'accordo di assunzione successiva, anche se anteriore al momento dell'erogazione
- Spetta invece ai lavoratori cessati dopo il 12 dicembre 2022, e prima dell'erogazione degli importi.