L’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC) ha indirizzato una lettera al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ravvisando l’opportunità di evidenziare l’anomalia rappresentata dagli accertamenti fiscali ex art. 39 DPR 600/73 che stanno interessando i commercialisti, destinatari in varie parti d’Italia delle notifiche di richieste tributarie da parte dell’Agenzia per maggiori imponibili desunti per effetto del rapporto tra il numero delle trasmissioni telematiche effettuate dal professionista intermediario fiscale e l’applicazione della Tabella C del D.M. 140/2012 (Regolamento recante la determinazione dei parametri per la liquidazione da parte di un organo giurisdizionale dei compensi per le professioni regolarmente vigilate dal Ministero della giustizia, ai sensi dell’articolo 9 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27).
In particolare, è stato sottolineato come gli uffici territoriali dell’Agenzia stiano prevedendo una ingiustificata applicazione delle tariffe elencate nella Tabella C del D.M. 140/2012, con conseguente determinazione di ricavi il cui ammontare risulta essere ampiamente sovradimensionato.
Secondo i commercialisti, alla luce del quadro normativo attuale, questi accertamenti fiscali condotti nei riguardi dei professionisti appaiono infondati e sono evidentemente fonte di grave disagio. “È importante comunque ricordare – afferma il Presidente Cuchel – che è proprio il DM 140/2012 ad escludere che si possa fare ricorso alle disposizioni del medesimo decreto in materia di compenso professionale quando si è in presenza di un accordo tra le parti.”.
L’ANC, nell’esprime l’opportunità che l’anomalia sia risolta nell’interesse di tutte la parti coinvolte, ha chiesto all’Agenzia di adoperarsi per fare in modo che questa immotivata attività di accertamento sia presto interrotta o, in subordine, che la stessa fornisca agli uffici periferici l’indicazione di accogliere con favore quanto documentato dal professionista nel corso del contraddittorio, al fine di evitare una mole di inutile e dispendioso contenzioso tributario.
Infatto il problema è che alcuni professionisti possono presentare dichiarazioni poi non effettivamente remunerate come nel caso di familiari, amici stretti, decesso del cliente o insolvenza di quest'ultimo. Basarsi unicamente sulla trasmissione dei modelli dichiarativi appare così inopportuno. La lettera termina evidenziando come nel sostenere i propri clienti in momenti di crisi come quelli di questo tempo, di sovente i professionisti dilatano il tempo d’incasso delle parcelle o le riducono considerevolmente l'importo, pertanto non saranno presenti in dichiarazione in virtù del principio di cassa.