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CESSIONE CREDITI: IL CNDCEC FORMULA PROPOSTE PER SBLOCCARE IL MERCATO

Cessione crediti: il CNDCEC formula proposte per sbloccare il mercato

Per i bonus edilizi e relative cessioni arrivano le proposte dei commercialisti al Ministro Franco: cosa fare, partendo dalle banche, per ricreare fiducia e sbloccare il mercato

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Con comunicato pubblicato ieri 14 giugno 2022 sul proprio sito internet il Consiglio nazionale dei Commercialisti  ed esperti contabili informa dell'invio di una lettera al Ministro Franco con proposte per sbloccare il mercato delle cessioni dei crediti.

In particolare viene avanzata la seguente proposta: 

 “Per preservare un meccanismo normativo prezioso come quello della monetizzazione dei bonus edilizi, senza nel contempo sacrificare le esigenze di contrasto all’utilizzo indebito, nonché per evitare che l’intero comparto dell’edilizia subisca conseguenze irreparabili, chiediamo un intervento normativo che ripristini per le banche la possibilità di cedere liberamente i crediti acquisiti, indipendentemente dalla natura soggettiva del cessionario. Ciò, nell’attuale contesto normativo, non presenta profili di rischio di frodi, in quanto, oltre ai controlli preventivi come visto di conformità e attestazione di congruità dei costi e ai presìdi antiriciclaggio già previsti dal D.L. Antifrodi, il sistema bancario offre ampie ed ulteriori garanzie, avendo fin dall’origine implementato procedure subordinate a rigorose e selettive due diligence che, seppur non previste normativamente, sono divenute ormai prassi consolidata”.

È questa la proposta avanzata dal Consiglio nazionale dei commercialisti per uscire dallo stallo “dovuto all’incertezza normativa che ha innescato un effetto domino partito dalle banche, costrette a bloccare l’acquisto dei crediti avendo esaurito la capienza per la compensazione, che si è poi riversato sulla filiera delle costruzioni, mettendo a rischio cantieri già avviati e interventi pianificati da tempo a causa della drammatica carenza di liquidità conseguente all’impossibilità di monetizzare i crediti acquisiti”. 

La posizione dei Commercialisti è contenuta in una lettera inviata dal presidente nazionale Elbano de Nuccio, al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, al Presidente della commissione finanze della Camera, Luigi Marattin e al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

Secondo de Nuccio “Per ripristinare un clima di fiducia per i soggetti interessati all’acquisto dei crediti e di sbloccare un meccanismo ormai inceppato suggeriamo poi di ribadire ulteriormente, in via normativa o interpretativa, che i cessionari dei crediti d’imposta non possono essere considerati responsabili, salvo i casi di concorso, della mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d’imposta e rispondono dunque solo per l’eventuale utilizzo dei crediti medesimi in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta ricevuto”.

Per i Commercialisti le proposte avanzate darebbero “un nuovo impulso per innescare un meccanismo virtuoso, oltre che sicuro sul piano del contrasto ad eventuali condotte fraudolente, di smobilizzo dei crediti da parte delle banche che potrebbero quindi riprendere l’acquisto dai beneficiari delle detrazioni o dai soggetti che hanno accordato lo sconto in fattura evitando che misure adottate nel pieno dell’emergenza Covid-19 per sostenere e rilanciare l’economia, e per le quali lo Stato ha allocato rilevanti risorse, si trasformino in un micidiale boomerang economico e sociale”.

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Commenti

cgs903 - 15/06/2022

Buongiorno, in proposito vorrei suggerire la possibilità di agganciare le scadenze per le agevolazioni non all'esecuzione delle opere, ma alla presentazione dei titoli edilizi necessari; questo permetterebbe di "disconnettere" l'esecuzione ed i rifornimenti dei materiali dalla tempistica (ci sarà sempre qualcuno in ritardo perchè manca la ditta o la fornitura di un qualche elemento; cosa si fa, lo si lascia "indietro"?); dare una data entro la quale depositare in Comune ( la cui spesa è affrontabile da chiunque anche senza l'intervento del soggetto acquirente il credito) significherebbe anche poter monitorare in tempo reale i fabbisogni finanziari necessari (se al 31/12 si chiude la presentazione delle pratiche, raccogliendo i dati dai Comuni al 30 gennaio si potrebbe avere chiaro il fabbisogno necessario, che potrebbe così essere puntualmente programmato da parte del Governo, che potrebbe quindi allungare il periodo per l'esecuzione vera e propria con evidenti benefici anche in funzione dei prezzi delle opere stesse, che tornerebbero ad essere di nuovo "contrattabili" avendo più tempo a disposizione e quindi più possibilità di effettuare scelte "in concorrenza").

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