Anche i lettori più interessati alle cronache fiscali saranno ormai annoiati al solo leggere l’espressione riforma fiscale.
Partita con le più altisonanti intenzioni, dopo tante audizioni e illustri pareri, sono presto arrivate le prime modifiche e i successivi ridimensionamenti; così la riforma fiscale, che sarebbe più corretto definire riforma dell’Irpef, oggi nella forma di legge delega, in attesa dell’approvazione della Commissione finanze, dopo il quale approderà alla Camera per il primo voto, da l’impressione di sgonfiarsi sempre più con l’avvicinarsi del traguardo del suo varo.
Sembrano ormai definitivamente superate le ipotesi di una riforma di portata tale da superare la logica dell’attuale sistema fiscale: secondo le anticipazioni fornite dal sottosegretario all’economia Federico Freni, intervenuto al Tax Advisory Summit di ItaliaOggi, la nuova formulazione del testo della legge delega dovrebbe concentrarsi su:
- una uscita morbida dal regime forfetario, per i redditi compresi tra i 65.000 euro e gli 85.000 euro, che potrebbe rappresentare l’anticipazione di un futuro (ma contrastato) allargamento del perimetro del regime agevolato;
- un nuovo cashback fiscale;
- l’eliminazione del sistema della ritenuta d’acconto per i professionisti;
- il passaggio a un sistema di versamento mensile degli acconti delle imposte sui redditi.
Anche prescindendo dal paragone con gli interventi inizialmente ipotizzati, più di un anno fa, all’inizio del processo che avrebbe dovuto portare alla riforma fiscale, è difficile non constatare come le caratteristiche delle misure in discussione con molta difficoltà permettono ancora di poter parlare di riforma, dato che la profondità delle modifiche apportate al sistema fiscale non lo modificano nel suo carattere.
Gli interventi previsti, la cui efficacia potrà essere valutata solo in sede d’attuazione, se confermati, non avranno un impatto tale da rimodernare il sistema fiscale o migliorane la competitività; tuttavia, in ogni caso, con l’eccezione del cashback fiscale, le altre misure proposte costituiscono dei punti sensibili in relazione ai quali un intervento sarebbe stato comunque opportuno.
Lo svantaggio (fiscale ma anche amministrativo) che il contribuente in regime forfetario subisce nel passaggio al regime ordinario costituisce un disincentivo allo sviluppo dell’attività economica.
Il sistema della ritenuta d’acconto dei professionisti priva il contribuente di risorse altrimenti immediatamente disponibili.
La mensilizzazione dei versamenti delle imposte per i lavoratori autonomi, i professionisti e le ditte individuali può agevolare il contribuente nella gestione della liquidità, sempre che tale sistema, oltre che per gli acconti d’imposta, sia previsto anche per i saldi e per i contributi previdenziali.