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RIDERS E PIATTAFORME DIGITALI: ECCO LE REGOLE SECONDO IL GOVERNO

3 minuti, Redazione , 02/05/2022

Riders e piattaforme digitali: ecco le regole secondo il Governo

I lavoratori controllati da piattaforme digitali vanno inquadrati come lavoratori subordinati. Dopo la proposta della commissione UE, anche il DDL del Governo mette paletti

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Se i riders vengono controllati nell'esecuzione del lavoro dalla piattaforma digitale  vanno considerati lavoratori subordinati.Lo prevede un DDL in preparazione da parte del Governo, (qui la bozza)  che segue a stretto giro e ricalca  quasi integralmente  la proposta di direttiva della Commissione europea  approvata a dicembre scorso,  sui  rapporti di lavoro della cosiddetta "gig economy"( riders fattorini traduttori ecc.)

Il disegno di legge dovrebbe portare finalmente ordine al quadro  frastagliato  creatosi in Italia  in tema di lavoro gestito da piattaforme digitali, in cui  si susseguono  con sentenze contraddittorie, normativa parziale e  contratti collettivi adottati con scarsa rappresentatività . 

ll disegno di legge specifica  definisce  la piattaforma di lavoro digitale  come "l'insieme di programmi e procedure informatiche  che definiscono le modalità di esecuzione del la prestazione lavorativa". Il lavoro intermediato da piattaforma digitale sarebbe quindi sottoposto ai vincoli definiti dalla piattaforma stessa.

Il disegno di legge afferma quindi che  la prestazione lavorativa si qualifica come subordinata  se sono presenti almeno due dei seguenti 5 elementi:

  1.  determinazione effettiva del corrispettivo o fissazione di un suo tetto massimo; 
  2. obbligo di rispettare regole vincolanti anche per quanto riguarda l’aspetto esteriore oppure il comportamento nei confronti del destinatario del servizio o l’esecuzione del lavoro;
  3.  controllo, anche attraverso l’utilizzo di strumenti elettronici, dell’esecuzione del lavoro;
  4.  limitazione, anche mediante sanzioni o conseguenze pregiudizievoli per il lavoratore, della libertà di organizzare il proprio lavoro in autonomia, in particolare della facoltà di scegliere l’orario di lavoro, di accettare o rifiutare incarichi o di avvalersi di subappaltatori o sostituti;
  5.  limitazione della possibilità di costruire una propria clientela o di svolgere prestazioni lavorative per terzi. 

Con il riconoscimento del lavoro subordinato verrebbero riconosciute  a riders e altri lavoratori  le  tutele  tipiche  ovvero:

  1. trattamento economico contrattuale, 
  2. disciplina antidiscriminatoria, 
  3. salute e sicurezza sul lavoro, 
  4. assicurazione  contro gli infortuni e le malattie professionali.

Leggi anche Riders illegittimo il CCNL UGL Assodelivery e Riders ai tempi del covid: la regolamentazione del lavoro .

La proposta della Commissione europea 

,Anche la proposta di direttiva prevedeva che i riders come gli altri lavoratori gestiti da piattaforme digitali  debbano vedersi riconosciuti  i diritti  garantiti ai lavoratori dipendenti  dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

I particolare prevedeva  che :

  1. i lavoratori delle piattaforme digitali ottengano il corretto status occupazionale; 
  2. la gestione  del lavoro tramite gli algoritimi  che regolano la piattaforma  sia maniera equa e  trasparente  

Anche in questo documento viene stabilito che con la sussistenza anche di solo  due dei  cinque criteri  considerati significativi , si presumerà la effettiva subordinazione del lavoratore L'onere della prova contraria si sposta quindi sul datore di lavoro .

I 5 criteri definiti nella proposta di direttiva sono :

  1. la presenza di una  remunerazione  prefissata almeno nei  limiti massimi
  2. la vigilanza sul lavoro mediante mezzi elettronici; 
  3. la limitazione, da parte dell'azienda, della libertà di scelta dell'orario di lavoro, dei periodi di assenza, della possibilità di accettare o rifiutare incarichi o avvalersi di subappaltatori o sostituti; 
  4. sussistenza di norme vincolanti circa l'aspetto o il comportamento nei confronti dei clienti; 
  5. l'esistenza di  limiti alla possibilità di creare una base di clienti o eseguire lavori per terzi. 

La proposta prevede  anche l'obbligo di supervisione umana sui meccanismi degli algoritmi   e di comunicare ai riders le modalità e dei criteri con cui sarà giudicato il loro lavoro.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando,  aveva commentato positivamente il  pacchetto di misure della Commissione UE in quanto, ha detto : "la proposta accoglie- e dà supporto a due nostre richieste. Chiarire lo status dei lavoratori delle piattaforme, orientandosi a favore del riconoscimento di un rapporto dipendente, e dare centralità al tema dell'utilizzo di algoritmi e sistemi di intelligenza artificiale.  Bisogna promuovere diritti digitali collettivi adottando misure di garanzia e trasparenza per l'utilizzo di dati e di algoritmi per riequilibrare le asimmetrie del mercato del lavoro digitale. 

 Il lavoro su piattaforme digitali è un’opportunità e può essere sostenibile solo se offre posti di lavoro di qualità e se rispetta i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici."

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