Secondo quanto ha dichiarato sulla piattaforma del gruppo GEDI-Repubblica il Sottosegretario Sileri lo stato di emergenza attualmente fissato al 31 marzo 2022 non verrà prorogato.
Sileri ha dichiarato: "La circolazione del virus sarà più limitata, pian piano toglieremo le mascherine prima all'aperto e successivamente al chiuso e andrà poi rimodulato il Green Pass e la campagna vaccinale, sulla base della reale esigenza sanitaria".
Ricordiamo che in data 14 dicembre 2021 si informava della approvazione del decreto-legge con la proroga dello stato di emergenza nazionale e delle misure per il contenimento dell’epidemia da COVID-19 fino al 31 marzo 2022.
Per effetto dello stesso provvedimento, venivano prorogati:
- i poteri derivanti dallo stato di emergenza al Capo del Dipartimento della Protezione Civile,
- così come è prorogata la struttura del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica,
- restano in vigore altresì le norme relative all’impiego del Green Pass e del Green Pass rafforzato e ai test antigenici rapidi gratuiti e a prezzi calmierati.
Il decreto ha stabilito anche l’estensione, sino al 31 marzo 2022, della norma secondo cui il Green Pass rafforzato debba essere utilizzato anche in zona bianca per lo svolgimento delle attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla.
Lo stato di emergenza, secondo l'articolo 24 del decreto legislativo 1/2018, ossia il Codice della Protezione Civile, non può superare i dodici mesi ed è prorogabile per non più di ulteriori dodici mesi.
Esso recita testualmente "Al verificarsi degli eventi che, a seguito di una valutazione speditiva svolta dal Dipartimento della protezione civile sulla base dei dati e delle informazioni disponibili e in raccordo con le Regioni e Province autonome interessate, presentano i requisiti di cui all'articolo 7, comma 1, lettera c), ovvero nella loro imminenza, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, formulata anche su richiesta del Presidente della Regione o Provincia autonoma interessata e comunque acquisitane l'intesa, delibera lo stato d'emergenza di rilievo nazionale, fissandone la durata e determinandone l'estensione territoriale con riferimento alla natura e alla qualità degli eventi e autorizza l'emanazione delle ordinanze di protezione civile di cui all'articolo 25. La delibera individua, secondo criteri omogenei definiti nella direttiva di cui al comma 7, le prime risorse finanziarie da destinare all'avvio delle attività di soccorso e assistenza alla popolazione e degli interventi più urgenti..."
Una ulteriore estensione necessiterebbe un apposito Decreto Legislativo del Governo.
Stato di emergenza: scade il 31 marzo 2022
Con la proroga dello stato di emergenza vengono mantenuti in funzione gli organismi istituiti per far fronte alla pandemia Covid, a partire dal commissario straordinario, attualmente Francesco Paolo Figliuolo, e dal Cts, Comitato tecnico scientifico
Allo scadere dello stato di emergenza, se non sono necessarie o non sono possibili ulteriori proroghe, viene emanata un’ordinanza di chiusura che disciplina e regola il subentro dell'amministrazione competente in via ordinaria.
Stato di emergenza: a cosa serve
Lo stato di emergenza consente a Governo e Protezione civile di agire con “poteri straordinari” o “speciali”.
In pratica si provvede in deroga a ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico con procedure snellite per l'approvazione di leggi e decreti.
Con la delibera dello stato di emergenza, il Consiglio dei Ministri stanzia una somma iniziale per realizzare i primi interventi necessari
Con lo stato di emergenza introdotto per contrastare il Covid sono state disposte misure come:
- le zone rosse,
- l’obbligo delle mascherine all’aperto,
- il distanziamento sociale e altro
Inoltre, lo stato di emergenza ha consentito al governo di ricorrere ai DPCM, decreti del presidente del Consiglio dei ministri, che non passano attraverso l’approvazione parlamentare.
L’esecutivo guidato da Mario Draghi, diversamente dal precedente guidato da Giuseppe Conte, ha però preferito intervenire attraverso decreti legge, soggetti alla conversione in legge del Parlamento.