Continua il suo percorso legislativo la prima delle riforme previste dal PNRR, quella relativa alle lauree direttamente abilitanti, la rivoluzione copernicana delle professioni (della cui prima versione ho già scritto con l’articolo Professioni: con il Recovery le lauree diventano abilitanti, ma forse non tutte) che, a quanto pare, dopo le ultime modifiche, alla fine rivoluzionerà molto poco.
Il disegno di legge “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti”, atto Camera 2751, accantonata la prima versione che aveva fatto parlare di sé proprio per le rivoluzionate possibilità di accesso alle professioni, negli ultimi giorni ha subito una riscrittura, tramite emendamenti, in quella che potrebbe essere la sua versione definitiva pronta per l’approvazione definitiva prevista per l’autunno prossimo (con entrata in vigore l’anno successivo).
Fondamentalmente diventeranno direttamente abilitanti (quindi, sostenendo l’esame di laurea, l’alunno sarà automaticamente abilitato all’esercizio della relativa professione) solo le classi di laurea in:
- odontoiatria e protesi dentaria (LM-46),
- farmacia e farmacia industriale (LM-13),
- medicina veterinaria (LM-42),
- psicologia (LM-51),
- professioni tecniche per l’edilizia e il territorio (LP-01),
- professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali (LP-02),
- professioni tecniche industriali e dell’informazione (LP-03).
Per quanto riguarda tutte le altre lauree, con relative professioni, senza discriminazioni, la nuova versione del disegno di legge prevede una possibilità solo potenziale di divenire auto-abilitanti, essendo questa scelta demandata agli ordini professionali, i quali potranno discrezionalmente richiedere il passaggio, solo se lo vorranno, al ministero competente.
Effettuata la richiesta, la conseguente trasformazione, da un punto di vista operativo, non dovrebbe comportare ulteriori complicanze, non essendo previsto un ulteriore passaggio legislativo per la sua attuazione.
Dalle prime indiscrezioni sembra che l’ordine degli ingegneri possa essere interessato a usufruire di questa possibilità, ma non sono state rilevate ulteriori manifestazioni d’interesse.
Quella delle lauree abilitanti è forse la meno necessaria e più discutibile delle riforme previste dal PNRR, di cui si sente una minore esigenza rispetto ad altre riforme, non apparendo, tra l’altro, allo stato attuale, in molti casi, le Università italiane preparate a preparare gli studenti all’effettivo svolgimento di una professione; ma, se il buon giorno si vede dal mattino, la paura è che anche le altre riforme previste dal PNRR, quelle molto più impellenti e molto più necessarie, possano, alla fine, avere anch’esse un impatto più formale che sostanziale, come nel caso in questione.