Si avvicina la scadenza per l'iscrizione al nuovo RUNTS il Registro unico del Terzo settore. Uno degli aspetti piu discussi della riforma che lo ha istituto, il Codice del terzo settore del 2017, ancora parziamente incompiuto, è il tetto alle retribuzioni degli oltre 853mila lavoratori.
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Il problema nasce dall'articolo 8 del Dlgs 117/2017 (il Codice del Terzo settore) che riguarda appunto il trattamento salariale. Il comma due prevede infatti il divieto di corresponsione ai lavoratori subordinati e autonomi di "retribuzioni o compensi superiori del quaranta per cento rispetto a quelli previsti, per le medesime qualifiche, dai contratti collettivi". Fanno eccezione solo i settori sanità, ricerca scientifica e università.
Inoltre è vietata anche "la distribuzione, anche indiretta, di utili ed avanzi di gestione, fondi e riserve», che comprende «la corresponsione ad amministratori, sindaci e a chiunque rivesta cariche sociali di compensi individuali non proporzionati all’attività svolta, alle responsabilità assunte e alle specifiche competenze o comunque superiori a quelli previsti in enti che operano nei medesimi o analoghi settori e condizioni».
Le organizzazioni del settore hanno criticato questo aspetto fin dalla stesura del decreto . I responsabili di Emergency, AIRC, AMREF ad esempio spiegano che di fatto questa norma penalizza il settore non profit creando una disparita tra lavoratori in un mercato del lavoro che invece è unico.
Chi lavora come dipendente e non come volontario ha diritto di avere il trattamento retributivo per quello che sa fare, non rapportato al tipo di ente che lo assume." Non ci si può aspettare che il lavoro nel Terzo settore coincida solo con una scelta etica" afferma il vicepresidente di Emergency Bertani.
Emergency ha quindi siglato con i sindacati un accordo integrativo che prevede l’introduzione e il rafforzamento di alcune indennità . Di fatto il personale viene remunerato secondo parametri quali l’anzianità di ruolo, le competenze personali maturate, le responsabilità connesse all’incarico e la gravosità dello stress. Il capitolo più corposo infatti è quello che riguarda l’indennità di responsabilità, aspetto estremamente delicato e spesso molto stressante per i lavoratori .
Anche AMREF ha seguito un percorso simile siglando un accordo di secondo livello che rafforzava il welfare e introduceva lo smart working.
Gli operatori sollecitano quindi il Parlamento ad intervenire con una soluzione che sia complessiva e non parziale e spezzettata come sono invece i singoli accordi, che riguardano solo le grandi organizzazioni. Non va dimenticato infatti che il terzo settore in Italia coinvolge migliaia di organizzazioni e associazioni anche di minime dimensioni che pure complessivamente svolgono un lavoro fondamentale e spesso sostituiscono lo Stato in funzioni di estrema rilevanza sociale.