L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con nota del 12/06/202 n. 532, allegata in fondo all'articolo , ha comunicato l'intenzione di far partire numerosi e diffusi controlli sul corretto utilizzo degli ammortizzatori sociali con causale COVID-19 per contrastare fenomeni elusivi e fraudolenti, già venuti alla luce negli ultimi giorni .
Di recente l'INPS ha comunicato che sono state soddisfatte al 30 giugno 2020 quasi 4milioni e 200 mila richieste di cassa integrazione (pervenute entro il 31 maggio) mentre la ministra del lavoro Ctalfo ha evidenziato che sono oltre 2.000 le aziende che hanno truffato l’INPS presentando richieste irregolari.
Le truffe scoperte dall’INPS si configurano spesso da parte di aziende nate improvvisamente solo per richiedere l'erogazione delle integrazioni salariali , oppure da parte di datori di lavoro operativi ma che utilizzano comunicazioni retroattive per assunzioni dell’ultimo momento, volte a ottenere l’aiuto di stato senza averene davvero i requisiti.
Le liste delle aziende che saranno sottoposte ai controlli ispettivi saranno fornite dall'INPS e in fase di programmazione, l’Ispettorato stabilirà se e in base a quali priorità effettuare i controlli e, oltre a dare la precedenza ai casi segnalati come urgenti dall’INPS, dovrà prestare particolare attenzione alle seguenti situazioni:
- aziende operanti nei settori che non hanno subito interruzioni delle attività;
- aziende operanti in deroga alle misure restrittive previste dalla normativa emanata in relazione all'emergenza epidemiologica;
- aziende che hanno presentato domande di iscrizione, ripresa dell'attività, modifiche dell'inquadramento con effetto retroattivo in periodi immediatamente precedenti le richieste di trattamento delle varie forme di Cassa Integrazione;
- assunzioni, trasformazioni e riqualificazioni di rapporti di lavoro in periodi immediatamente precedenti le richieste di trattamenti delle varie forme di Cassa Integrazione;
- numero dei lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali ed eventuali esternalizzazioni;
- aziende che hanno collocato in smart working il personale e richiesto l'erogazione di ammortizzatori sociali;
- aziende che non hanno comunicato all'INPS la ripresa, anche parziale, dell'attività lavorativa.
A rischio dunque le aziende e i lavoratori che hanno percepito indebitamente la cassa integrazione salariale e che continuano a farlo, commettendo di fatto una truffa ai danni dell’INPS e di conseguenza dello Stato.
Va sottolineato che costoro oltre a dover restituire all’INPS le somme percepite, rischiano conseguenze di carattere penale.