E' apparso ieri sul sito della Corte costituzionale un comunicato che annuncia a breve la pubblicazione di una importante sentenza . I giudici delle leggi ne anticpano il contenuto e affermano che i circa 285 euro mensili, previsti oggi dalla legge, prima dei sessant'anni, per le persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità, non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita. Questo viola senza alcun dubbio l'art 38 della Costituzione che garantisce agli inabili totali al lavoro il diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.
La questione di legittimità costituzionale era stata sollevata dalla Corte d’appello di Torino sul caso di una persona affetta da tetraplegia spastica neonatale, incapace di svolgere i più elementari atti quotidiani della vita e di comunicare con l’esterno. La Corte ha ritenuto che un assegno mensile di soli 285,66 euro sia manifestamente inadeguato a garantire a persone totalmente inabili al lavoro i “mezzi necessari per vivere” .
Viene anche affermato che il cosiddetto “incremento al milione” (pari a 516,46 euro) da tempo riconosciuto, per vari trattamenti pensionistici, dall’articolo 38 della legge n. 448 del 2011, e oggi per effetto dell'inflazione fissato a 651,51 euro mensili (con adeguamento al reddito, anche del coniuge) , debba essere assicurato agli invalidi civili totali senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età, attualmente previsto dalla legge.
La Corte stabilisce quindi che questo incremento dovrà essere erogato a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto i 18 anni e che non godano, in particolare, di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro.
La pronuncia non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
A questo punto la parola passa al governo che deve rimodulare la disciplina delle misure assistenziali vigenti, purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti riconosciuti dalla Costituzione.
Nel 2019 erano 588.534 i percettori di questa pensione con un assegno riconosciuto per 13 mensilità del valore di 285,66 euro, e una spesa totale pari a 2 miliardi e 190 milioni (+6,5% sul 2018). Contemporaneamente sono state pagate indennità di accompagnamento senza vincoli Isee a una platea di 2 milioni e 222.697 beneficiari, per una spesa totale di 12,8 miliardi, in aumento del 2,54% sul 2018.