Il Governo prepara il nuovo decreto del consiglio dei ministri per regolamentare la tanto attesa fase due, da tempo annunciata dal Presidente Conte in ragione dei miglioramenti della curva batteriologica.
Questo pomeriggio Conte in conferezna stampa alle 17.00 dovrebbe illustrare le nuove misure relative alla tanto attesa ripresa delle attività economiche seppure graduale e nel rispetto delle distanze di sicurezza.
“Si dovrà convivere con il virus” è quanto ha dichiarato il presidente alle parti sociali nel recente videoconfronto.
Dal 14 aprile e fino al 3 maggio le riaperture saranno limitate a pochissimi codici Ateco legati a:
- produzione di macchine agricole,
- ceramica,
- commercio all’ingrosso di materiale per ferramenta,
- florovivaistica,
- cartolibrerie al dettaglio.
Questo l’elenco delle ipotesi accreditate e in discussione.
Per tutto il resto proseguirà il blocco fino al 3 maggio per non vanificare gli enormi sforzi fatti fino ad ora.
“Sono i numeri di contagi e deceduti, ancora sostenuti, a non consentire un allentamento” ha dichiarato Conte.
Si annuncerà inoltre che un gruppo di lavoro fatto di esperti di organizzazione del lavoro, sociologi, psicologi, statistici ed economisti aiuterà il Governo e le parti sociali ad organizzare la ripresa successiva al 3 maggio, al fine di poter, prima dell’arrivo del vaccino, convivere con il covid e riprendere le attività economiche.
Si parlerà anche del protocollo di sicurezza per i lavoratori, punto di riferimento anche in futuro, e non solo per fabbriche e uffici, ma anche per i mezzi di trasporto con cui i lavoratori si muovono. D’accordo su questo punto le sigle sindacali che chiedono un percorso condiviso che parta dal territorio.
I rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro, nel videoconfronto hanno ribadito la necessità di indicare un orizzonte temporale per la ripresa d’attività in sicurezza. Le aziende che esportano hanno bisogno di sapere in via orientativa quando potranno soddisfare le commesse.
Sulla stessa linea i rappresentanti delle sedi di Confindustria regionali di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Per far fronte al periodo d’emergenza, la richiesta comune del mondo produttivo è quella, inoltre, di sbloccare rapidamente l’iniezione di liquidità del Decreto per le imprese.