Il decreto-legge n 18 del 17 marzo scorso ha previsto misure di sostegno alla liquidità delle imprese per i cosiddetti “non performing loans” ossia i crediti deteriorati, ma ricordiamo cosa sono e vediamo cosa prevede il decreto in proposito.
Gli NPL, ossia i crediti deteriorati, sono quei crediti la cui riscossione, da parte delle banche, è diventata incerta sia per il rimborso totale sia per la parte di interessi.
L’incertezza è dovuta generalmente ad una situazione economica avversa, ma spesso anche dovuta ad una inefficienza valutativa del creditore.
Il decreto Cura Italia ha innanzitutto previsto sostegno finanziario anche per i crediti deteriorati di origine non bancaria.
Secondo quanto previsto per questa emergenza da Covid 19 sarà possibile:
- trasformare in credito di imposta le perdite fiscali non ancora portate in diminuzione dell’imponibile al momento della cessione dei crediti stessi
- trasformare in credito di imposta le Dta (deferred tax assets) relative alle eccedenze ACE non ancora dedotte né fruite tramite credito di imposta alla data della cessione del deteriorato.
La trasformazione delle Dta avviene alla data della cessione dei crediti e perciò il credito d’imposta sarà per l’intero ammontare alla data della cessione degli Npl.
Beneficiari del bonus per gli NPL:
- le società residenti
- le stabili organizzazioni in Italia di soggetti non residenti (per le DTA)
Ambito di applicazione: ai sensi dell’articolo 55 del decreto Cura Italia il bonus riguarda le cessioni a titolo oneroso di crediti in sofferenza di natura commerciale e finanziaria accadute tra il 17 marzo 2020 (data di entrata in vigore del decreto) ed entro il 31 dicembre 2020. L’agevolazione non si applica alla cessione di crediti infragruppo.
Il credito d’imposta nato nel 2020 è immediatamente compensabile e verrà monitorato nella dichiarazione del 2021.
Si attende da parte dell’agenzia delle Entrate una risoluzione con il necessario codice tributo.