Arrivano dalle parti sociali proposte di emendamenti al Decreto Cura Italia n. 18 del 17 marzo 2020 intervenuto con ulteriori misure di contenimento della crisi economica causata dall’emergenza da Covid 19.
Con una proposta riepilogativa inviata al Governo e alle Commissioni di Camera e Senato, i sindacati dei commercialisti chiedono di trattare in modo equo i problemi economico/finanziari che imprese e professionisti stanno affrontando e affronteranno nei prossimi mesi.
Stando a quanto detto dai rappresentanti dei professionisti fiscali che in queste ore, sono tanto coinvolti nell’emergenza da Corona virus, quanto investiti di un impegno “interpretativo, divulgativo e applicativo di norme di particolare complessità, cogenza e urgenza” a vantaggio di tutto il paese, i sindacati invocano equità di trattamento e non encomi.
Tutte le associazioni sindacali dei commercialisti in un documento congiunto chiedono le seguenti misure ritenute eque:
- erogazione del contributo dei 600 euro anche ai lavoratori autonomi iscritti alle casse private (anche come credito di imposta)
- sospensione al 31 maggio di TUTTI gli adempimenti comunicativi e dichiarativi per la precompilata 2020
- sospensione dell’invio della CU
- disapplicazione generalizzata dell’ISA del 2020.
I sindacati domandano inoltre di estendere anche agli enti non commerciali e del terzo settore oltre che alle associazioni sportive il credito di imposta per i canoni di locazione ad “uso strumentale” anche rivedendo eventualmente il suo importo e abbassandolo ad un più equo 50 % per tutti.
Infine, esprimono dissenso in merito ai termini di decadenza di 2 anni per il periodo di imposta 2015, trovandolo iniquo rispetto alla sospensione dei due anni e mezzo per enti preposti ai controlli fiscali. I sindacati valutano la previsione come “sproporzionata” e non adatta ad affrontare l’emergenza.
Dal Governo ora si aspettano risposte in merito.