Il decreto legge approvato ieri al Consiglio dei Ministri ha previsto conseguenze più pesanti per le violazioni delle misure relative al contenimento dell'emergenza epidemiologica.
In generale, è stabilita la multa da 400 a 3mila euro (e fino a 6mila per i recidivi). Con particolare riferimento agli spostamenti, si ricorda che questi sono ammessi soltanto in caso di:
- comprovate esigenze lavorative
- situazioni di necessità
- motivi di salute
Le nuove misure prevedono quindi sanzioni pecuniarie più forti ma non invece il fermo del veicolo.
Nei giorni scorsi ci si era infatti interrogati sulla possibilità di subire il sequestro preventivo dell’auto, nel caso di violazione delle limitazioni alla mobilità (es. soggetto che venga colto a circolare senza le giustificazioni ammesse dal Dpcm). In partticolare, la Procura di Parma aveva ammesso tale ipotesi, cercando di fare chiarezza e interpretare la normativa già emanata. Il Procuratore Capo, si era infatti espresso con direttiva n. 5 del 13 marzo 2020, in modo tale da fornire indicazioni pratiche alle forze dell’ordine, in merito agli illeciti riscontrabili.
Considerando che, lo scopo del sequestro preventivo è quello di impedire che la violazione venga nuovamente posta in essere, la cosa da sequestrare deve essere lo strumento essenziale per commetterla (secondo l’orientamento della giurisprudenza di legittimità). A tal proposito, la Procura di Parma, riteneva che il veicolo potesse essere considerato il mezzo essenziale per commettere l'illecito in questione e che pertanto fosse legittimo il sequestro preventivo dello stesso (privando il conducente dell'utilizzo del mezzo seppur attribuendogli la relativa custodia, con l'obiettivo di non gravare sulla finanza pubblica).
Oltre agli illeciti penali che sembravano configurarsi a seguito del mancato rispetto delle disposizioni introdotte dal Governo per contenere l’emergenza epidemiologica, come ad esempio il mancato adempimento di provvedimenti legalmente dati dall’Autorità ai sensi dell'art. 650 c.p., punito con l'arresto fino a tre mesi ovvero con l'ammenda fino a 206 euro, l' interpretazione fornita dalla Circolare della Procura di Parma, che ammetteva l'ipotesi del sequestro preventivo, poteva essere estesa all'intero territorio nazionale, evidenziando la la gravità delle violazioni delle misure introdotte dal Governo per tutelare la sicurezza e la salute pubblica e ridurre il rischio di contagio.
Alla luce del quadro descritto, il Governo è intervenuto con il nuovo decreto legge approvato il 24 marzo, prevedendo sanzioni pecuniarie più severe in caso di violazione delle norme sulle limitazioni agli spostamenti ma sembrerebbe venire meno l'ipotesi di punibilità ai sensi dell'art. 650 c.p., a carico dei soggetti trovati a circolare senza le giustificazioni previste.