Con nota n. 73943 datata 11 marzo 2020, il III Reparto Operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza indica ai Comandi Regionali e alle Unità Speciali del Corpo le disposizioni operative da attuare in considerazione dell’emergenza epidemiologica.
Il COGE della Guardia di Finanza adegua così il “dispositivo di vigilanza […] all’esigenza di sostenere l’economia sana del Paese e di attenuare la situazione di sofferenza e di difficoltà manifestata […] da cittadini, imprese e professionisti”.
Si tratta di misure che si applicano, fino a cessate esigenze, su tutto il territorio nazionale e che si collocano – come si legge al punto 1) della nota in esame - nell’ambito delle “disposizioni urgenti volte a contrastare la diffusione del COVID-19 e a contenerne gli effetti negativi sul tessuto socio-economico nazionale”.
Ecco quindi che, fermo restando la piena operatività dell’azione di controllo del territorio, terrestre e marittimo, nonché le attività svolte negli spazi doganali e quelle connesse al contrasto ai traffici illeciti e per il contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale, viene disposta, invece, la sospensione delle verifiche e dei controlli fiscali e in materia del lavoro, fatta accezione dei casi indifferibili e di urgenza; dei controlli strumentali e - finanche – delle attività ispettive Antiriciclaggio.
Il provvedimento che NON rappresenta certamente un “abbassamento del livello di guardia” punta, piuttosto, a ottimizzare l’impiego delle risorse verso settori maggiormente esposti a livello di rischio crescente, in considerazione della situazione contingente.
È evidente che le disposizioni adottate rientrino in un quadro ben più ampio di provvedimenti dettati dalla gravità della situazione di emergenza in corso, il cui comune denominatore deve – inevitabilmente – individuarsi in un appello diffuso al più alto senso di responsabilità che, con spirito pro-attivo, ognuno di noi deve mostrarsi capace di dimostrare.
