Si susseguono a ritmo serrato i provvedimenti governativi per il contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili ormai sull'intero territorio nazionale. Ieri è stato pubblicato l'aggiornamento delle attività produttive considerate essenziali attraverso il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico, che modifica, quindi, quanto previsto solo due giorni prima dal decreto del 22 marzo .
Inoltre interessante sottolineare che il decreto - legge n. 19 pubblicato in Gazzetta ufficiale ieri 25 marzo, prevede anche che:
"per la durata dell'emergenza, puo' essere imposto lo svolgimento delle attivita' non oggetto di sospensione e la pubblica utilita', con provvedimento del prefetto assunto dopo avere sentito, senza formalita', le parti sociali interessate."
Ciò significa obbligo di apertura, e non solo permesso di restare aperti per i servizi considerati essenziali .
Tornando alle modifiche alle prime tabelle Ateco delle attività che potevano restare aperte, aspramente contestate dalle organizzazioni sindacali al punto da minacciare lo sciopero per la mancanza di sicurezza e il rischio inutile per la salute dei lavoratori , viene specificato che le nuove attivita comprese nella chiusura , che hanno tempo fino al 28 marzo per adeguarsi. Si tratta ad esempio di :
- fabbricazione di macchine per l’industria agricola,
- macchine per l’industria alimentare,
- produzione di bevande e tabacco,
- produzioni di articoli in gomma, spaghi, corde, funi e reti.
- Solo limitazioni , e non chiusura totale, per call center ( non autorizzati alle chiamate in uscita e a servizi per giochi ), materie plastiche, imballaggi in legno, prodotti di carta, prodotti chimici, opere di ingegneria civile.
Qui la lista aggiornata completa .
Possono continuare l'attività invece le fabbriche di imballaggi in vetro per alimenti, alla produzione di batterie, di pile e accumulatori elettrici, e all’attività delle agenzie di somministrazione lavoro.
Si riconferma che la chiusura è disposta per ora fino al 3 aprile.
I sindacati hanno commentto con soddisfazione il fatto che sia stato "tolto dall’elenco tutto ciò che non era essenziale" ribadendo che , in tutti i luoghi di lavoro, dovrà essere rigorosamente adottato il Protocollo sulla sicurezza e tale aspetto sarà monitorato con una collaborazione tra sindacati e Governo .
Apprezzamento anche per il fatto che i prefetti possano autorizzare aperture in deroga per imprese che svolgono attività funzionali a alle filiere essenziali solo pprevio coinvolgimento delle organizzazioni sindacali territoriali.
Le attività commerciali, professionali e produttive possono continuare sempre e solo nel rispetto delle misure di contenimento del virus cioe nel rispetto delle distanze interpersonali di sicurezza e con utilizzo di sanificazione e dispositivi individuali di protezione.
Inoltre resta valido quanto previsto dal decreto 11 marzo 2020 in cui si raccomanda che:
a) sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalita' di lavoro agile per le attivita' che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalita' a distanza;
b) siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonche' gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
c) siano sospese le attivita' dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;
d) assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale;
e) siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali;
8) per le sole attivita' produttive si raccomanda altresi' che siano limitati al massimo gli spostamenti all'interno dei siti e contingentato l'accesso agli spazi comuni;
9) si favoriscono, limitatamente alle attivita' produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.