L’emergenza Coronavirus che ormai interessa tutto il territorio nazionale, rende necessaria l’adozione di misure urgenti anche con riguardo alle imprese.
A tal proposito, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Cndcec) e Confindustria hanno elaborato specifiche proposte da sottoporre al Governo, tra cui vi è anche quella di consentire a tutte le società il rinvio dell’approvazione del bilancio entro il termine di 180 giorni dalla chiusura dell'esercizio sociale.
Il documento appena predisposto, si propone di sollecitare il Governo a intervenire con urgenza per arginare la difficile situazione economica che si sta diffondendo. In particolare viene richiesta:
- la sospensione dei versamenti e degli adempimenti tributari, contributivi e assistenziali e relativi all’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni;
- la previsione di un periodo congruo di rateazione dei pagamenti sospesi;
- la sospensione, per il periodo d’imposta 2020 (e 2019, per la maggiorazione Ires) della plastic tax, sugar tax e della maggiorazione Ires sui concessionari autostradali, aeroportuali, portuali e ferroviari;
- la sospensione di tutti i termini processuali tributari e di quelli di impugnazione di atti e sentenze.
Con riferimento al procedimento di predisposizione ed approvazione del bilancio al 31 dicembre 2019 (attualmente in corso), si chiede la possibilità di rinviare i termini di approvazione dello stesso a 180 giorni. Tale ipotesi potrebbe avvenire in due modi:
- qualora lo statuto della società preveda tale possibilità, si ipotizza di far rientrare la straordinarietà della situazione contingente, con tutte le conseguenti problematiche sulle società, tra le particolari esigenze relative alla struttura delle stesse (contemplate dall’art. 2364 comma 2 c.c.);
- garantire il rinvio dei termini di approvazione del bilancio per tutte le società (anche quelle che non contemplano tale ipotesi nello statuto) mediante un tempestivo intervento normativo.
La seconda ipotesi appare certamente auspicabile, anche in considerazione del rispetto delle ultime norme sulla sicurezza sanitaria emanate e che certamente risulterebbero di difficile attuazione nelle riunioni dei Cda della società, necessarie per il procedimento di approvazione del bilancio.
In particolare, si ricorda che il DPCM del 9 marzo 2020 e quello dell’8 marzo 2020, hanno stabilito che i datori di lavoro devono incentivare la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti di periodi di congedo ordinario e di ferie ma anche ricorrere allo smart working. In aggiunta vengono sospese le riunioni degli organi collegiali “in presenza” (cfr. art. 1 lett. h).
Le decisioni da adottare all’interno delle società dovrebbero pertanto avvenire:
- mediante consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto, ove le società lo consentano (cfr. art. 2475 comma 4 c.c);
- tramite mezzi di telecomunicazione (ad esempio con riunioni in audio-video conferenza) e non “in presenza” (ipotesi che deve essere prevista dallo statuto);
- “in presenza”, purchè venga mantenuta la distanza di sicurezza interpersonale tra i partecipanti, di almeno un metro prescritta dal DPCM.
Risultano pertanto evidenti le difficoltà che le imprese si trovano ad affrontare in termini di organizzazione per garantire la sicurezza sanitaria, anche a fronte dei termini ristretti, che impongono quindi un tempestivo intervento da parte del Governo.