A seguito del recesso del Regno Unito dall’Unione europea anche l'INPS precisa le istruzioni riguardanti la previdenza e l'assiStenza per i lavoratori italiani nel paese con la circolare 16 del 4 febbraio 2020 . L'istituto ricorda che per le prestazioni pensionistiche, familiari, di disoccupazione, malattia, maternità e paternità, legislazione applicabile, distacchi di lavoratori all’estero, i recuperi di contributi e prestazioni indebite, pensionistiche e non pensionistiche, e sulle modalità degli scambi di informazioni tra Istituzioni, l'Unione e il Regno unito hanno stabilito un periodo transitorio tra il 1 febbraio e il 31 dicembre 2020 in cui le regole attualmente in vigore sono prorogate.
Fino alla fine dell'anno quindi resta valido per i lavoratori che abbiano accantonato contributi anche in Gran Bretagna il sistema di cumulo contributivo gratuito (totalizzazione internazionale) per i quali si potra chiedere la pensione anche in un momento successivo .
Per ora nessun cambiamento neppure in tema di maggiorazione sociale e integrazione al trattamento pensionistico minimo, di prestazioni di disoccupazione e tutela della maternità .
L'istituto di previdenza precisa che nulla puo essere anticipato relativamente al periodo successivo al 31 dicembre 2020, "in assenza di un quadro giuridico certo di riferimento". Si dovra attendere infatti la probabile stipula di nuovi accordi bilaterali tra Italia e Regno Unito .