L'associazione delle famiglie datori di lavoro domestico DOMINA da anni chiede ai Governi di rendere deducibili i costi dei contributi previdenziali per collaboratori domestici e badanti assunti dalle famiglie . La motivazione è duplice:
- agevolare le famiglie permettendo migliori possibilità di lavoro fuori casa delle donne e assicurando maggiore stabilità e sicurezza i rapporti di lavoro di cura e assistenza
- far emergere l'enorme mole di lavoro nero , recentemente analizzata dallo Studio della Fondazione Moressa.
Il Rapporto annuale DOMINA sul Lavoro Domestico, realizzato dall’Osservatorio DOMINA in collaborazione con la Fondazione Leone Moressa sarà presentato in Senato Giovedi prossimo , in particolare alla valutazione della Ministra per la Famiglia e le pari opportunità Bonetti.
Queste in concreto le proposte di Domina:
- deducibilità totale dei contributi previdenziali per i datori di lavoro con reddito fino a 40mila euro annui (attualmente con un tetto di 1.549,37 euro)
- deducibilità parziale della retribuzione assicurata al lavoratore : 30% per i rapporti di lavoro con badanti e baby sitter e 15% per collaboratori domestici.(oggi è deducibile dall'IRPEF il 19% dei costi per assitenza ad anziani non autosufficienti , con un massimo di 2100 euro annui
- scambio di dati tra INPS e Agenzia delle Entrate per predisporre una dichiarazione precompilata dei collaboratori domestici,. senza aggravio di adempimenti per le famiglie (l'evasione riguarda infatti anche molti lavoratori regolarmente assunti, per i quali l'INPS incassa i contributi dai datori di lavoro)
- regolarizzazione dei lavoratori stranieri occupati come colf e badanti
Chi ha collaboratori a tempo pieno conviventi potrebbe risparmiare fino a 1400 euro l'anno in più rispetto ad oggi mentre chi si avvale di aiuti part time il risparmio sarebbe molto piu limitato ( fino a 100 euro per 5 ore di lavoro settimanale, proporzionali al livello del contratto).
L'associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico Domina sottolinea come questi sgravi sarebbero certamente un costo per lo Stato che però sarebbe compensato dal maggiore gettito fiscale e contributivo portato dall’emersione del sommerso. I dati pubblicati nel rapporto della Fondazione Moressa parlano infatti di 6 lavoratori irregolari su dieci: circa 1,2 milioni di collaboratori domestici in nero che, se fossero regolarizzati porterebbero allo Stato 1,4 miliardi di contributi e 645 milioni di Irpef sulle loro retribuzioni. Oggi per i circa 900mila collaboratori familiari, baby sitter e badanti in regola le famiglie spendono sette miliardi all’anno: 5,6 miliardi di retribuzione, 976 milioni di contributi e 421 milioni per il Tfr da accantonare ogni mese.
La deducibilità andrebbe anche di pari passo con la riforma degli aiuti alle famiglie e per la conciliazione vita-lavoro, il cd. "Family Act" annunciato dalla Ministra da realizzare entro il 2022 secondo le dichiarazioni del Governo .
Il segretario generale dell'Associzione, Gasparrini, ha anche osservato come dato l'invecchiamento della popolazione questa attività sta diventando sempre piu necessaria e i bisogni cresceranno ancora in futuro ; invece negli ultimi anni il numero del lavoratori domestici in regola è diminuito. Significa che una parte del lavoro continua a confluire nel nero. "