Con due recenti provvedimenti il Garante per la protezione dei dati personali ha fornito le sue considerazioni su due importanti provvedimenti legislativi riguardanti la cultura e le giovani generazioni e l'università:
- sullo schema di decreto sul bonus cultura 2020 per i diciottenni la risposta è stata positiva
- sull'accesso ai dati dei concorsi universitari invece è arrivato uno stop.
Vediamo piu in dettaglio:
Lo schema di decreto del MIBACT sul “Bonus cultura” per i ragazzi che compiono 18 anni nel 2019, che riconferma i contenuti e le modalità degli anni scorsi , ha ottenuto l'approvazione del Garante per la privacy nel documento del 14 novembre 2019 n. 9195252 . Ricordiamo che il bonus del valore di 500 euro, puo essere ottenuto dai neo diciottenni attraverso una APP come Carta Elettronica di credito previa registrazione all’indirizzo http://www.18app.italia.it con le proprie credenziali Spid.
Dalla piattaforma possono essere generati voucher di spesa , individuali e nominativi, per l’acquisto di libri, corsi di lingua, biglietti per musei, cinema, teatri. I voucher saranno accettati dalle strutture e dagli esercizi commerciali registrati nella medesima piattaforma che espongono il logo 18APP.
Il Garante ha espresso però alcune osservazioni per rendere le disposizioni conformi alla normativa:
- sulla memorizzazione dell’indirizzo email indicato dal diciottenne ( che ora corrisponde a quella indicata con la crewazione dell'Identità SPID l’Autorità suggerisce al Mibact di valutare se permettere di indicare un altro indirizzo e-mail per ricevere le comunicazioni relative alla carta elettronica.
- chiede che lo schema sia adeguato al nuovo quadro giuridico europeo in tema di obblighi e le responsabilità reciproche tra l’Amministrazione e i soggetti coinvolti (Sogei e Consap).
In tema invece di accesso ai dati dei concorsi universitari, in particolare elaborati e curricula dei partecipanti e i verbali di correzione, il Garante per la privacy ha confermato il 7 novembre 2019 con il provvedimento n. 9196072, la decisione dell’Università degli Studi di Firenze di negare l’accesso civico generalizzato perche potrebbe arrecare un pregiudizio concreto alla tutela dei dati personali dei partecipanti stessi.
L’Autorità per la tutela dei dati ha ribadito che il curriculum vitae, così come l’elaborato scritto, contiene numerose informazioni delicate che non sempre si desidera portare a conoscenza di chiunque e che meritano dunque un’opportuna riservatezza, specificando che risulta impossibile accordare anche solo un accesso parziale
L’Autorità ha precisato però che "resta in ogni caso salva per il richiedente la possibilità di accedere alla predetta documentazione avvalendosi della legge 241 del 1990, laddove dimostri l’esistenza di "un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso".