Due sentenze della Corte d’Appello di Roma hanno confermato le tesi dell'istituto previdenziale dei giornalisti in merito al lavoro subordinato e al regime contributivo cui va assoggettata l'indennità redazionale
Nella prima il Giudice, tenendo conto delle dichiarzioni rese dai giornalisti ha ribadito gli indici della natura subordinata del rapporto di lavoro giornalistico, che pure si caratterizza per l’elevata autonomia professionale e intellettuale, indicando in particolare:
- la sistematicità nello svolgimento di un’attività rivolta ad assicurare le esigenze informative di specifico settore,
- l’impegno di porre la propria opera a disposizione del datore di lavoro,
- la responsabilità del servizio”.
Per questo la sentenza conferma ato il recupero contributivo connesso all’indennità redazionale non corrisposta ai giornalisti dipendenti che rientra nei minimi retributivi previsti dalla Costituzione, perché “l’accordo di rinuncia fra le parti è da ritenersi nullo con conseguente diritto alla corresponsione dei contributi su tale indennità seppur non erogata al lavoratore”. Ugualmente dovuti i contributi su formali rimborsi chilometrici non correttamente giustificati
Nella seconda sentenza la Corte ha confermato l'inquadramento subordinato di lavoratori inquadrati come autonomi in una agenzia giornalistica online che invece lavoravano su turni giornalieri nella sede aziendale, con una propria postazione di lavoro, sulla base di direttive del datore di lavoro e percepivano un compenso fisso mensile.
In tale sentenza si ribadisce che nel lavoro giornalistico , sebbene il vincolo della subordinazione risulti attenuato per il carattere intellettualee e di elevata professionalità della prestazione ma non occorre “la dimostrazione della stringente sottoposizione al potere di controllo e disciplinare del datore di lavoro o il rispetto di un preciso orario di lavoro, essendo sufficiente l’inserimento continuativo nell’organizzazione ” per ritenere pienamente dimostrata la natura subordinata dell’attività lavorativa resa dai giornalisti.