Sulla proposta di legge sul salario minimo, sostenuta dal Movimento 5 stelle, e fermo in Senato da qualche settimana, sembra sia stato finalmente raggiunto un accordo nella maggioranza.
Il testo del ddl Catalfo (relatrice e presidente della Commissione Lavoro al Senato) intende introdurre :
- un salario minimo orario di 9 euro lordi l’ora,
- il riconoscimento dei Ccnl maggiormente rappresentativi, in chiave anti-dumping;
- un meccanismo di rivalutazione legata all’indice dei prezzi al consumo, automatica in caso di contratti scaduti o disdettati e non rinnovati (simile alla vecchia “scala mobile” ).
Il provvedimento non era considerato prioritario dalla Lega che teme il pericolo di gravare eccessivamente con nuovi costi le Piccole e Medie imprese e i lavoratori autonomi. Un recente studio dell'INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) ha infatti indicato nelle PMI del Mezzogiorno i soggetti piu pesantemente colpiti da un eventuale aumento dei costi per il personale.
Ora comunque il sottosegretario al Lavoro, il leghista Claudio Durigon, ha dichiarato che l’accordo sul salario minimo "c’è, se sarà a costo zero per le imprese". Sembra dunque che il salario minimo vedrà la luce se contemporaneamente si realizzerà un intervento di riduzione sul cuneo fiscale , lungamente atteso e richiesto sia da Confindustria che dai Sindacati . Ieri anche il premier, Giuseppe Conte ha indicato come priorità, in vista della manovra d’autunno, una «congrua riduzione del cuneo fiscale».
Nei lavori che continuano sui tavoli tecnici intanto si discute ad esempio di inserire nei 9 euro l’ora anche la tredicesima oppure altri elementi retributivi indiretti o differiti come TFR , ferie, ecc. Anche la necessità di una contestuale valorizzazione della contrattazione collettiva espressione delle organizzazioni maggiormente rappresentative sembra trovare tutti d'accordo.
Recentemente l'Inapp ha calcolato che l'applicazione della legge riguarderebbe circa 2,6 milioni di lavoratori del settore privato non agricolo, sarebbero esclusi i lavoratori domestici. La misura costerebbe alle imprese complessivamente 6, 9 miliardi di cui 5,2 per i dipendenti a tempo indeterminato e 1,5 miliardi per i circa 680mila lavoratori s a tempo parziale .
Va considerato che l'aumento non riguarderebbe solo i gli stipendi minimi ma anche sui livelli piu alti di inquadramento , che dovrebbero ovviamente essere proporzionalmente innalzati per mantenere una differenziazione tra le diverse qualifiche dei lavoratori .
Inapp fa l'esempio del Ccnl del commercio nel quale i 9 euro minimi si applicherebbero per il 6 o 7 livello allineandoli a quello oggi previsto per il quinto livello. Quindi questo e i livelli superiori aumenterebbero in proporzione subire aumenti .
I 9 euro lordi l’ora come salario minimo corrisponderebbero all’80% del salario medio attualte in Italia . In Germania corrisponde al 48%; e in media nei Paesi Ocse i salari minimi variano tra il 40% e il 60 % del salario mediano, in Italia ciò vorrebbe dire tra i 5 e i 7 euro l’ora.