Abi e i sindacati di categoria (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin) delle aziende del credito hanno iniziato le trattative per il rinnovo del contratto dei bancari che è scaduto il 31 dicembre del 2018. L'incontro si è tenuto a Palazzo Altieri a Roma, sede dell' Associazone bancaria Italiana.
Sarà un percorso in salita perche pare che le posizioni iniziali siano molto distanti .
I sindacati hanno un mandato molto forte nella trattativa in quanto i lavoratori hanno approvato a larghissima maggioranza circa un mese fa una piattaforma che chiede un aumento del 6,4% (4,1% per l’inflazione, 2% per la produttività e 0,4% per l’impegno) pari a 200 euro a regime nel 2021 . Inoltre le rivendicazioni prevedono :
- partecipazione agli utili
- rinnovo della normativa sul rapporto di lavoro tra cui il diritto alla disconnessione e
- un quadro di riferimento nazionale per lo smart working, che già ampliamente utilizzato in molti istituti di credito ma con regole definite a livello aziendale.
Da canto loro le banche hanno presentato un quadro economico di riferimento molto negativo attraverso i dati di vari istituti, dalla Bce, all’Istat, a Prometeia , con previsioni al ribasso come un anno fa . Ad esempio il tasso di inflazione per l’Italia dovrebbe aggirarsi intorno all’1%, mente per l’area euro si parla di 1,2-1,3%.
La congiuntura economica per l'Italia non è favorevole con investimenti e crescita economica prevista molto bassa .
In materia di utili generati dagli istituti bancari Prometeia ha rivisto al ribasso di 7,6 miliardi le previsioni per il 2019 e il 2020 .
In tema di fattori strutturali l'ABI ha ricordato anche che innovazione tecnologica che sta modificando l’attività bancaria rende necessari investimenti, mentre i nuovi competitor, Google, Amazon, Facebook e Apple) che gestiscono le nuove tecnologie , in futuro avranno un impatto importante, sulle abitudini della clientel a. Evidenziano anche maggiore indipendenza e un minore legame del cittadino con la propria banca.
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha risposto ribadendo che a fronte di tali scenari le richieste economiche dei lavoratori pari a 200 euro medi, sono insufficienti. "In una situazione come quella rappresentata, l’unica risposta sensata è l’investimento sul lavoro e quindi un aumento significativo delle retribuzioni. mentre nseguire rendimenti importanti per gli azionisti, è un’operazione suicida per il settore e per il Paese". Riccardo Colombani della First Cisl ha sottolineato che «vista l’attuale bassa redditività degli impieghi, è necessario ritornare ad affidarsi alla professionalità dei lavoratori per erogare credito alle Pmi e alle famiglie, evitando l’utilizzo di algoritmi alla base dell’erogazione dei prestiti. In termini più generali è necessario cercare nuove e sostenibili fonti di ricavi».
Il prossimo incontro tra le parti è programmato per il 18 luglio 2019.