Gli amministratori di condominio potrebbero doversi iscrivere alla Cassa ragionieri. Questo il contenuto di un emendamento al decreto crescita che potrebbe essere presentato in Commissione alla Camera. Ne da notizia, senza citare le fonti Il Sole 24 ore di ieri.
La novità trova la sua ragione d'essere ovviamente nel calo di iscritti alla Cassa Ragionieri, che come altre casse professionali è da tempo in crisi. Tutte le professioni sono in calo negli ultimi anni. E' forse piu noto il caso della Cassa giornalisti INPGI che a causa della crisi dell'editoria su carta incalzata dalle testate online non riesce piu a mantenere l'equilibrio tra entrate contributive e uscite previdenziali . E' di pochi mesi fa la proposta di aprire le iscrizioni infatti ai comunicatori non iscriti all'ordine dei giornalisti e agli addetti stampa .
Per la Cassa ragionieri il saldo entrate-uscite è ancora positivo ma il numero di iscritti dal 2007 al 2018 è calato del 10% passando da 31.607 a 28.776.
Per quanto riguarda gli amministratori di condominio attualmente risultano iscritti per la maggior parte alla gestione separata INPS o Artigiani commercianti se esercitano come società mentre una piccola parte fa capo alla Cassa professionale legata alla propria formazione di base (geometri ragionieri, avvocati, architetti e commercialisti). Chi esercita questo lavoro in forma prevalente sono stimati tra i 25 e i 50 mila mentre i “dopolavoristi” sono almeno 100mila.
A seguito della legge 4 2013 per esercitare l’attività occorre aver svolto la formazione iniziale (80 ore o un’adeguata esperienza pregressa) e quella annuale di 15 ore e possedere i requisiti soggettivi e oggettivi di onorabilità.
L’emendamento in questione, a quanto risulta al Sole 24 Ore, prevederebbe l’iscrizione obbligatoria a Cassa ragionieri dei «soggetti che esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, l’attività di amministratore di condominio.
Viene anche specificato che sarebbero tenuti a passare alla Cassa ragionieri anche gli iscritti da «altra forma di previdenza obbligatoria», per i quali però verrebbe mantenuta l’aliquota contributiva precedente, se maggiore, «a garanzia dell’adeguatezza del trattamento previdenziale».