Uno studio del Sole 24 ore in collaborazione con l'associazione famiglie datori di lavoro domestico Domina, e Fondazione Moressa dimostra che le pensioni in media risultano insufficienti a sostenere il costo dell'assistenza domiciliare regolare .Infatti i dati dicono che gli assegni pensionistici che vengono erogati oggi consentono a un pensionato di pagare una badante convivente , necessaria in caso di non autosufficienza solo nel 9.5% . Per la maggioranza, 53% dei casi, si puo arrivare a sostenere il costo di 5 ore settimanali e nel 17,8% dei casi , di 25 ore di aiuto domestico settimanale.
I dati evidenziano infatti che sono 13,7 milioni su 14,6 milioni di contribuenti che dichiarano redditi da pensione, e di questi quasi il 70% ha un reddito complessivo sotto 20mila euro. Considerando i costi vivi di cibo e utenze e anche tenendo in conto che la maggior parte degli anziani vive in una casa di proprietà, il margine per un aiuto rispetto alla pensione è molto ridotto.
Il costo del lavoro domestico regolare annuo per il datore di lavoro per l'assistenza a persone autosufficienti, (con contratto a tempo indeterminato livello «B super») è pari a :
- 2.135 euro lordi (fra stipendio e contributi) per cinque ore settimanali, (non convivente)
- 10.312 euro per 25 ore (non convivente)
- 14.859 euro per una badante convivente che lavori per 54 ore a settimana.
Questo spiega forse l’altissima incidenza del lavoro irregolare nel settore domestico: i controlli dell’Ispettorato nazionale del lavoro riferiti al 2018 evidenziano infatti in questo settore un tasso di irregolarità verificata del 54,1 per cento, ma le stime ovviamente vanno anche oltre .
Ve ricordato che l'unico sostegno previsto da parte dello Stato è l’indennità di accompagnamento, che vale 6.214 euro all’anno ma è riservata solo alle persone in condizione di invalidità totale e riconosciuta dallo Stato.
L'associzione Domina da tempo si batte per ottenere provvedimenti per agevolare le famiglie con anziani a carico, compresa l’assistenza domiciliare, come ad esempio la deducibilità fiscale delle retribuzioni versate dalle famiglie a colf e badanti, "per far sì che tra le prestazioni offerte dal welfare aziendale si diffondano gli aiuti per pagare l’assistenza domiciliare e che nascano forme di credito agevolato alle famiglie " come afferma il segretario generale di Domina, Gasparrini.