In base alla corretta applicazione dei principi contabili, lo stralcio della passività relativa ai costi disconosciuti comporta la rilevazione a conto economico di una sopravvenienza attiva, non imponibile fino a concorrenza delle spese oggetto di recupero a tassazione da parte dell’amministrazione finanziaria nei precedenti esercizi per le quali è sopraggiunto il pagamento a titolo definitivo delle maggiori imposte derivanti dal loro disconoscimento ai fini fiscali. A tal fine, sarà onere del contribuente predisporre e tenere la documentazione idonea a consentire all’amministrazione finanziaria di riscontrare la puntuale riconduzione delle sopravvenienze agli accertamenti definiti e ai relativi versamenti effettuati.
A fornire queste importanti delucidazioni è la risposta dell'Agenzia delle Entrate n. 71 del 7 marzo 2019.
In generale la fattispecie oggetto dell'istanza di interpello riguarda la tassazione di eventuali sopravvenienze attive emerse in sede di cancellazione di debiti iscritti in bilancio, a seguito del disconoscimento ai fini fiscali e successivo definitivo pagamento della maggiore imposta dovuta di costi precedentemente imputati al conto economico e fiscalmente dedotti.
In particolare, l'istante è stata destinataria di avvisi di accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate e tra i rilievi figurano l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e “accertamenti di commissioni”. L’Istante dichiara di aver pagato l’intera imposta accertata unitamente alle sanzioni e agli interessi ed ora intende eliminare dal proprio bilancio i debiti originari, accesi nei confronti del/dei fornitori dei servizi ritenuti dall'Agenzia delle Entrate relativi a operazioni inesistenti e agli "accertamenti di commissioni".
Da qui il chiarimento delle Entrate sul fatto che sarà onere del contribuente predisporre e tenere la documentazione idonea a consentire all’amministrazione finanziaria di riscontrare la puntuale riconduzione delle sopravvenienze agli accertamenti definiti e ai relativi versamenti effettuati.