Cantiere in fermento per la legge di bilancio, ancora bloccata in Senato, a pochi giorni dalla consueta scadenza del 31 dicembre .
Nella serata del 17 dicembre sembra sia stato raggiunto l'accordo sull'emendamento da presentare in tema di tagli alle cd. pensioni d'oro, materia presente nel contratto di governo , sul quale si sono succedute molte ipotesi. Questa versione è l'ultima e si spera la definitiva , se il Governo vuole tentare di mettere davvero la manovra nero su bianco e farla approvare dal Parlamento prima di fine anno, evitando di andare all'esercizio provvisorio.
L'ipotesi si compone di due filoni principali:
- conferma dello stop alla rivalutazione legata all'indice ISTAT , ma graduato in maniera diversa rispetto alla normativa attuale per gli assegni superiori a tre volte il minimo:
IMPORTO PENSIONE RIVALUTATO IN BASE ALL'INFLAZIONE |
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IPOTESI 2019 |
REGOLA IN VIGORE |
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fino a 3 volte l'assegno sociale |
100% |
100% |
assegni tra 3 e 4 volte il minimo |
95% |
95% |
assegni tra 4 e 5 volte il minimo |
80% |
75% |
assegni tra 5 e 6 volte il minimo |
60% |
50% |
oltre 6 volte il minimo |
50% |
45% |
- contributi di solidarietà , ovvero taglio dell'assegno per le pensioni oltre i 100mila euro annui lordi (rispetto ai 90 annunciati qualche settimana fa) . Si tratta di prelievi del 10% per gli assegni mensili attorno ai 5mila euro lordi al mese, per arrivare al 40% per quelli oltre i 20 mila euro lordi mensili. La misura sara temporanea, tre o 5 anni, visto l'intervento normativo della Corte costituzionale sulla norma precedente, firmata Monti.
Le altre norme relative alle pensioni finora ventilate: Quota 100 per i sessantaduenni, Opzione donna, proroga Ape sociale, pace contributiva, non dovrebbero entrare nella legge di bilancio ma saranno attuate attraverso un decreto legge specifico, che ormai potrà vedere la luce a gennaio 2019.