Il cantiere per le pensioni è in pieno fermento e si susseguono le indiscrezioni sulle misure pratiche di realizzazione di una riforma previdenziale . L'ultima riguarda in particolare la pubblica amministrazione con l'ipotesi di un prestito ponte per il pagamento dei TFS/TFR, che sarebbe altrimenti un problema non indifferente per le Casse dello Stato. Ma andiamo con ordine.
L'intenzione del Governo come è noto, è di dare la possibilità di pensione anticipata alcuni anni prima dell'età legale fissata dalla Riforma Fornero per il 2019 a 67 anni. Il meccanismo di Quota 100, stando agli annunci, è dato per certo anche se non c'è nessun documento ufficiale che ne descriva i dettagli, e prevede la possibilità di uscita con 62 anni di età e 38 di contributi versati (non si sa ancora se i figurativi sono compresi ). Il numero di lavoratori interessati dal punto di vista anagrafico si avvicina al mezzo milione, circa 157 mila dei quali sono lavoratori pubblici.
E' stato evidenziato un problema di operatività della pubblica amminsitrazione se effettivamente andasse in porto la riforma, in particolare nel caso in cui tutti, o quasi, gli aventi diritto optassero per l'uscita anticipata. Non solo, si porrebbe anche un problema finanziario per lo Stato derivante dalla necessità di pagare in un breve periodo una mole davvero onerosa di TFR-TFS a questi lavoratori .
Le proposte sul tavolo per ovviare al problema sono due :
- una prevede il differimento del pagamento del TFR di circa due anni , con pagamenti rateizzati e un massimo di 50mila euro annui, ed è una soluzione sostenuta dalla Ragioneria dello Stato
- l'altra, ancora al vaglio della maggioranza , è di ricorrere ad un anticipo bancario dell'importo del TFR i cui interessi sarebbero a carico dello Stato, quindi a costo zero per i lavoratori. (L'ipotesi ricorda vagamente la soluzione dell'APE volontario - l'anticipo finanziario a garanzia pensionistica- del Governo per il quale , va detto, sono stati necessari mesi di preparazione tecnica degli enti coinvolti: ministero, banche, INPS)
Sul tema del problema di un possibile pensionamento anticipato di massa per i dipendenti pubblici è anche intervenuta la ministra della Pubblica A mministrazione Bongiorno che ha sottolinato la necessità di assicurare continuità ai servizi pubblici si prevedono:
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un differimento di 3 mesi nell'entrata in vigore di Quota 100 rispetto a lavoro privato e
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una finestra di sei mesi prima della decorrenza dell'assegno pensionistico .
Inoltre potrebbe essere disapplicata nel 2019 la norma sull'obbligo di collocamento a riposo al momento del limite ordinamentale generalmente fissato a 65 anni e norme specifiche per la sostituzione immediata del personale in uscita, entro l'anno e non, come avviene di norma, dall'anno successivo .
Si cercherà infine di semplificare le procedure concorsuali per consentire assunzioni piu rapide.
Va sottolineato che negli ultimi 10 anni i pensionamenti anticipati nella PA sono stati ben 58mila l'anno e ci sono quindi già molti vuoti da colmare; infatti la legge di bilancio 2019 attualmente in preparazione ha messo in preventivo assunzioni per circa 29mila unità, senza contare il comparto sanitario.