Stando alle ultime indiscrezioni sembra che il Governo sia intenzionato ad eliminare la dichiarazione integrativa speciale, prevista dal decreto fiscale, mentre spunta, tra gli emendamenti presentati al D.l. fiscale in commissione Finanze al Senato quello che consentirebbe di allargare il perimetro della definizione agevolata a coloro che hanno trasmesso al Fisco la dichiarazione dei redditi ma poi non sono riusciti in tutto o in parte a versare le imposte. Parere positivo al riguardo sarebbe già arrivato anche da parte del Mef.
Il meccanismo dovrebbe prevedere l’invio - da parte del contribuente o tramite intermediario abilitato – di un’istanza telematica che consentirebbe di versare le imposte omesse senza applicazione di sanzioni. A questo tipo di sanatoria potrebbero aderire sia i contribuenti per i quali non siano stati ancora emessi avvisi, i c.d. 36-bis e 36-ter, sia coloro che hanno già ricevuto gli avvisi bonari, finora esclusi. Ciò consentirebbe di eliminare il paradosso che si è creato per cui possono aderire alle sanatorie o coloro che non hanno versato o coloro che hanno aspettato che l’avviso bonario si trasformasse in cartella.
C’è anche un’altra proposta di emendamento, prevista dalla Lega, che consentirebbe di definire le irregolarità “lievi”, ossia quelle che non hanno comportato minori versamenti, per gli anni d’imposta dal 2013 al 2017. La sanatoria si perfezionerebbe con il pagamento in due rate, entro fine maggio e fine novembre 2019, di 150 euro per ogni periodo. Tale sanatoria, secondo fonti di Governo, potrebbe garantire un incasso stimato per complessivi 800 milioni.
Tra le altre proposte anche quella che consentirebbe l’accesso ai dati della Superanagrafe dei conti correnti anche al corpo dei carabinieri.