Ieri, 23.10.2018, la Commissione UE ha bocciato formalmente la Legge di Bilancio 2019 (o più precisamente il documento programmatico di bilancio), ed è avvenuto per la prima volta nella storia. Queste le parole del vicepresidente della Commissione UE Valdis Dombrovskis “Per la prima volta l’esecutivo comunitario deve chiedere a un paese di rivedere la propria bozza di bilancio (…) Il governo italiano sta violando apertamente gli impegni presi con se stesso e con gli altri paesi (…) La zona euro è costruita su stretti legami di fiducia con regole che sono le stesse per tutti», quindi «se la fiducia viene erosa, tutti gli Stati ne sono danneggiati».
La bocciatura da parte della Commissione Europea arriva dopo settimane di confronti tra Roma e Bruxelles, e in risposta alla lettera che il Governo ha mandato lunedì 22.10.2018.
A questo punto:
- il Governo avrà a disposizione tre settimane (fino al 13.11.2018) per mettere mano al testo della manovra, e portarla in linea con le richieste dell’UE.
- Successivamente la Commissione UE avrà tempo fino al 30.11.2018 per presentare la propria opinione sulla legge di bilancio italiana eventualmente modificata.
Nel caso in cui la manovra non venisse modificata si apriranno le premesse per una procedura di infrazione ai danni dell’Italia per eccesso di debito pubblico. Si ricorda poi che il termine ultimo per l’approvazione della Legge di Bilancio 2019 da parte delle Camere è il 31.12.2018.
La bocciatura non arriva come una doccia fredda perché nei giorni passati il no della Commissione era nell’aria. Il premier Conte resta fermo nel sostenere che la manovra non si cambia, e Tria non commenta. L’unico a fornire una posizione più mediata è il sottosegretario Giorgetti che afferma “se sbagliamo siamo pronti a correggere attuando meccanismi automatici sulla spesa”, e dimostrando così una linea più conciliante con l’Ue. La richiesta di cambiare la manovra arriva anche dall’opposizione e dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.
Gli ultimi testi della Legge di Bilancio circolati nei giorni scorsi prevedono alcuni risparmi legati alla decorrenza delle disposizioni, che pertanto potrebbero slittare, soprattutto per quanto riguarda il reddito di cittadinanza e la quota 100 delle pensioni. Al momento tuttavia non c'è certezza al riguardo.