Ieri, 22 ottobre 2018, l’Italia doveva rispondere alla lettera di Bruxelles in merito alla Legge di Bilancio 2019. La risposta è stata chiara: nessuna modifica al testo della Legge di Bilancio. Secondo il Governo la manovra non mette a rischio la stabilità finanziaria dell’Italia, né degli altri paesi membri dell’Unione Europea.
Il Governo, pur essendo consapevole di aver scelto un’impostazione delle politiche di bilancio non in linea con norme applicative del Patto di stabilità e di Crescita, afferma che tale scelta, pur difficile, è stata necessaria per il ritardo nel recuperare il livello di Pil pre-crisi e per le drammatiche situazioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana. Il Governo, inoltre, è fiducioso di poter far ripartire gli investimenti e la crescita del PIL, e che il recente rialzo dei rendimenti sui titoli pubblici sarà riassorbito quando gli investitori conosceranno i dettagli della Legge di Bilancio.
La lettera si conclude con l’intenzione, da parte del Governo italiano, di continuare un dialogo costruttivo e leale con l’Europa, pur riconoscendo la differenza delle rispettive valutazioni. Il Governo ha tenuto a ribadire che il posto dell’Italia è in Europa e nell’area Euro.
Oggi, 23.10.2018, si riunirà a Strasburgo l’esecutivo comunitario che probabilmente decreterà la bocciatura formale della Legge di Bilancio 2019. La bocciatura comporterà la richiesta, da parte dell’UE, di modificare entro tre settimane il progetto di bilancio per quanto riguarda i saldi che violano il patto di stabilità e gli impegni di riduzione del deficit.
A questo punto il testo della Legge di Bilancio, che avrebbe dovuto essere presentato al Parlamento sabato 20 ottobre, difficilmente arriverà prima della fine della settimana.
Saranno decisivi i prossimi 20 giorni in cui ci si confronterà con Bruxelles, e le possibilità più accreditate sono:
- uno slittamento di qualche mese per la riforma della Fornero e per l’avvio di pensioni e reddito di cittadinanza;
- correzioni sulla spesa.
Entrambe le strategie, tuttavia, sono al momento minimizzate dai leader.