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PENSIONI CON QUOTA 100: SI PERDE IL 4% ANNUO

3 minuti, Redazione , 19/10/2018

Pensioni con Quota 100: si perde il 4% annuo

Le stime dell'INPS sulle proposte di legge in tema di pensioni: numeri e simulazioni nella relazione tecnica del Presidente Boeri

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Il presidente dell'INPS Boeri è stato ascoltato in questi giorni sia in Commissione lavoro alla Camera  che al Senato per illustrare i calcoli dell'Istituto di previdenza sulle nuove bozze di riforma delle pensioni. Il fine è di fornire elementi tecnici  di giudizio  sulle proposte di legge di riforma delle pensioni a firma di Meloni, D'uva e Molinari e su quanto accennato sullo stesso tema nella nota di aggiornamento al DEF, anche in vista del voto sulla Legge di bilancio 2019 e decreti allegati. Alleghiamo il documento  relativo all'audizione dello scorso 11 ottobre . 

Come noto uno dei temi di maggiore interesse è la riforma della Legge Fornero  che dal 2011 ha  ridotto la possibilità di pensionamento anticipato e introdotto meccanismi  per innalzare l'età della pensione di vecchiaia, tenendo conto  dell'aumento dell'aspettativa di vita dei cittadini, certificato dall'Istat in costante ascesa negli ultimi anni.

Le proposte del Governo sono la reintroduzione della pensione di anzianità con la regola di Quota 100 come soglia alla quale si puo uscire dal lavoro sommando età anagrafica e anni di contributi versati e contemporaneamente il taglio al cd. pensioni d'oro, definite da Boeri "trattamenti di privilegio".

Dal Comunicato stampa dell'ultimo consiglio dei Ministri e dalle bozze del DDL bilancio emerge per ora  solo  una  volontà generale e una stima   di costi attorno ai 6/7 miliardi annui ma non ci sono dettagli precisi che saranno specificati in un disegno di legge dedicato a questa materia.

La valutazione del presidente dell'INPS  conferma che il costo di Quota 100 , cosi come presentata nella nota di aggiornamento del DEF  sarebbe di circa 17 miliardi nel triennio 2019-2021 , e  arriverebbe a 140 miliardi in 10 anni. L'impatto sui conti pubblici crescerebbe fino al 2046  raggiungendo i 400 miliardi per poi iniziare a scendere per effetto del calo delle pensioni  dei lavoratori attuali  sui quali si utilizza esclusivamente il calcolo contributivo. Per il bilancio dell'INPS ma soprattutto per le pensioni delle giovani generazioni , secondo Beori questa è una prospettiva estremamente pericolosa e ingiusta.  

Viene sottolineato, tra l'altro, che il lavoratore che scegliesse questa opzione sarebbe penalizzato  di circa il 4%  sul totale annuo  dell'assegno INPS, se confrontato con il lordo annuo che riceverebbe invece a 67 anni. Per i cinque anni di anticipo, e quindi di mancati versamenti contributivi,  si tratterebbe  di un taglio complessivo attorno al 20%.

Le stime sono fatte considerando una adesione alla Quota 100  non del totale dei pensionandi che ne avrebbero diritto ma  del 90%  (si tratta ricordiamo di una scelta volontaria). Si stima infatti che   il previsto divieto di cumulo con  eventuali redditi da lavoro porterebbe certamente qualcuno a rinunciare all'uscita anticipata.

In tema di tagli alle pensioni d'oro, il prof. Boeri  ha ribadito che la correzione  "attuariale "oggi prevista alle pensioni  oltre i 4500 euro netti (90mila lordi annui)  che sono circa 30mila , garantirebbe un risparmio  finanziario di circa 150 milioni;  la cifra  potrebbe raddoppiare abbassando la soglia agli assegni da  78 mila lordi annui (3800 netti al mese) ma su questo è molto improbabile che la componente leghista del Governo si trovi d'accordo .

Nella relazione si specifica  anche che il  ripristino  di  quota  100    premia quasi  in  9  casi  su  10  gli  uomini,  e quasi  in  un  caso  su  tre  sono persone  che  hanno  un  trattamento  pensionistico  superiore  a  quello  medio. Si tratta nel 40% dei casi di dipendenti pubblici che, in un caso su 5, hanno trattamenti superiori ai 35.000 euro all’anno. Boeri invita quindi la Commissione  a valutare i provvedimenti nel loro impatto complessivo (Legge di bilancio E DDL pensioni), facendo notare che  "c’è  una  sovrapposizione  importante  fra  la  platea interessata  dalle  quote  e  quella  investita  dalla  correzione  attuariale. Solo nel 2019, l’introduzione di quota 100 (62 anni e 38 di contributi)  potrebbe  interessare  circa  4.700  persone  con pensioni  di  importo  superiore  a  90.000 euro  annui , che quindi  potrebbero sì  godere di   pensionamento  anticipato, ma d'altra parte si  vedrebbero di  lì  a  poco  tempo tagliare  le  prestazioni   appena  concesse ".

Segui il Dossier  Pensioni novità 2018  con altre notizie e approfondimenti

Allegato

Audizione Boeri 11-10-2018

Tag: LEGGE DI BILANCIO 2025 LEGGE DI BILANCIO 2025 LA RUBRICA DEL LAVORO LA RUBRICA DEL LAVORO PENSIONI 2024 PENSIONI 2024

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Commenti

Susanna - 19/10/2018

Gentile utente purtroppo non riesco a capire il senso della sua domanda. Quota 100 è un meccanismo per favorire la pensione anticipata, non è riservata a chi riceve assegni bassi e riguarda ovviamente sia il settore privato che quello pubblico . La invito a leggere la relazione del presidente Boeri per ulteriori dettagli: è abbastanza leggibile e non troppo lunga. La trova nel riquadro grigio in fondo all'articolo. Cordiali saluti e grazie per la sua attenzione.

ponteggi brescia - 18/10/2018

Ma è possibile che il ripristino di quota 100 premia quasi in 9 casi su 10 gli uomini, e quasi in un caso su tre sono persone che hanno un trattamento pensionistico superiore a quello medio.Si tratta nel 40% dei casi di dipendenti pubblici che, in un caso su 5, hanno trattamenti superiori ai 35.000 euro all’anno. Ma come?

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