La Legge fallimentare del 1942, tante volte modificata, dopo aver svolto il suo compito per piu’ di settanta anni viene abolita e la materia fallimentare viene completamente riscritta abbandonando anche il termine non piu’ di moda di “fallimento”. La liquidazione giudiziale sarà il nuovo nome che sostituirà il termine "fallimento".
Le aziende e gli imprenditori non saranno più dei “falliti” ma semplicemente attraverseranno dei periodi di “crisi” piu’ o meno lunghi, e piu’ o meno irreversibili.
La legge delega 19 ottobre 2017 n. 155 pubblicata in GU il 30 ottobre 2017 ha fissato le linee della riforma della materia dell’insolvenza e delle procedure concorsuali dando incarico al governo di attuare la riforma entro un anno, quindi entro il 30 ottobre 2018.
La bozza del decreto delegato è già stato approvato dai Ministeri economici (Sviluppo economico-Mef-Ministero della Giustizia) e ora è all’esame del Governo che dovrà approvarlo entro il mese.
La bozza di decreto si compone di 390 articoli e si divide in 4 parti:
- codice della crisi e dell’insolvenza
- modifiche al codice civile
- garanzie in favore degli acquirenti di immobili da costruire
- disposizioni finali e transitorie
L’entrata in vigore è prevista dopo 18 mesi dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La riforma rispetta anche le raccomandazioni dell’Europa che vuole che si garantisca all’impresa sana ma in difficoltà di poter accedere al credito per poter ristrutturarsi e ripartire: in sostanza all’imprenditore viene data una seconda possibilità sia in Italia che in tutta l ‘Unione Europea.
La riforma si propone di creare le condizioni, con dei sistemi di allerta, affinchè l’imprenditore avvii le procedure di ristrutturazione preventivamente, prima che la crisi diventi irreversibile.
La crisi viene considerata come evenienza fisiologica nel ciclo vitale di un’impresa, da prevenire ed eventualmente regolare al meglio. La riforma si propone di emanare norme sistematiche che rendano piu’ semplici le regole processuali e riducano le incertezze interpretative ed applicative.
Il decreto persegue un’opera di armonizzazione delle procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro con le forme di tutela dell’occupazione e del reddito dei lavoratori.