La Corte Costituzionale ha deciso che sull'indennizzo per i licenziamenti dei lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 con il «contratto a tutele crescenti» considerare come unico criterio l’anzianità di servizio - è una previsione contraria ai principi di ragionevolezza e uguaglianza e in contrasto quindi con gli articoli 4 e 35 della nostra Costituzione.
Sono circa 20 mila i ricorsi pendenti su questa materia e la sentenza si ripercuoterà sul loro iter, probabilmente rinviandone la conclusione Questo quanto dichiarano alcuni presidenti delle sezioni lavoro dei tribunali interpellati dal Sole 24 Ore .
Si attendono in primo luogo le motivazioni della sentenza e probabilmente si cercherà poi si stabilire una linea condivisa fra i magistrati sui criteri da applicare per definire i risarcimenti da attribuire ai lavoratori. La sentenza della Consulta infatti ripristina il potere discrezionale del giudice.
Per il presidente della sezione Lavoro di Catania invece si prevedono nuove convocazioni delle parti per tentare la procedura di conciliazione che potrebbe essere un aopportunità appetibile visto anche l'aumento del minimo e massimo indennizzabile ora fissato tra 6 e 36 mensilita, come previsto dal Decreto Dignità .