La Corte costituzionale ha emanato ieri un comunicato in cui annuncia in sintesi la decisione sulla norma del Jobs Act relativa all'indennizzo per i licenziamenti economici o quelli per giusta causa e per i licenziamenti collettivi del contratto a tutele crescenti.
Secondo la Consulta il meccanismo di calcolo che collega l'importo del risarcimento agli anni di anzianità aziendale del lavoratore è illegittimo in quanto non garantisce gli stessi diritti a tutti i lavoratori . (Attualmente è fissato in due mesi di retribzuione ogni anno di lavoro in azienda(. E' necessario, per rispettare i principi di uguaglianza e proporzionalità che vi sia invece un margine discrezionale affidato ai giudici del lavoro che nel definire l'ammontare dell'indennizzo possano prendere in considerazione il caso specifico di ogni lavoratore con la sua situazione familiare e gli specifici aspetti aziendali e del territorio .
La sentenza non è stata ancora depositata percio si potrà approfondire meglio in seguito , ma ci sono già stati alcuni commenti tra cui quello del Prof . Tiraboschi , uno dei massimi esperti di diritto del lavoro intervistato dalla stampa specializzata. Tiraboschi osserva che questa novità colpisce in profondità l'impianto fondativo della normativa sui licenziamenti contenuta nella riforma del lavoro del Governo Renzi che intendeva alleggerire ma anche dare certezza ai datori di lavoro sui costi dell'uscita di eventuali recessi.
Infatti la reintroduzione della discrezionalità dei giudici riportera a una situazione frammentaria e imprevedibile su questo tema. Tiroboschi ammette comunque che il contratto a tutele crescenti anche se maggiormente benevolo con le esigenze di flessibilità dei datori di lavoro non è stato sufficiente a dare vero slancio alle assunzioni stabili a tempo indeterminato