Non è stato un parto facile quello che ha dato alla luce la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del testo del decreto con le "Misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese". Infatti, il cd. Decreto Dignità, approvato nel Consiglio dei Ministri n. 8 del 2 luglio 2018, ha atteso la pubblicazione per più di 10 giorni tra rinvii, rimandi e controlli della Ragioneria sulle coperture. Fermo ai pit stop il testo della prima manovra del Governo Conte, che contiene le seguenti misure:
- limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, riservando la contrattazione a termine ai casi di reale necessità da parte del datore di lavoro. Si prevede che, fatta salva la possibilità di libera stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l’eventuale rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate.
- aumento dello 0,5% del contributo addizionale – attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione;
- cancellazione delle società sportive dilettantistiche con finalità lucrative e della relativa disciplina
- salvaguardare i livelli occupazionali e contrastare la delocalizzazione delle aziende che abbiano ottenuto aiuti dallo Stato per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche in Italia;
- contrastare il fenomeno della ludopatia, vietando la pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro;
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introdurre misure in materia di semplificazione fiscale, attraverso
- la revisione dell’istituto del cosiddetto “redditometro” tramite un nuovo decreto,
- il rinvio della prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (cosiddetto “spesometro”),
- abolizione dello split payment per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute.