Il nuovo Ministro del lavoro Luigi di Maio ha annunciato venerdi alcune delle novità che dovrebbero trovare posto nel primo decreto in materia di lavoro e di rapporti industriali , in fase di preparazione.
In tema di contratti a termine, si tornerebbe all'obbligo di indicare la motivazione per l'utilizzo del contratto a tempo determinato, recentemente abolita dal Jobs Act. In particolare , si tratta di tre causali prefissate tra le quali il datore di lavoro deve indicarne una:
- ragioni tecnico-produttive,
- ragioni organizzative ( che comprendono la partenza di nuovi progetti aziendali) o
- ragioni sostitutive di personale assente .
Sarebbe anche in fase di valutazione la fine della possibilità, assicurata dal Jobs act alla contrattazione collettiva, di allungare i contratti a termine anche oltre i 36 mesi (termine ordinario).
Altro tema su cui sono state annunciate novita è il rafforzamento delle tutele per i lavoratori parasubordinati . E' in programma un incontro oggi con i cd. riders e le rappresentanze sindacali dei fattorini per le consegne a domicilio, la cui chiamata viene gestita da applicazioni telematiche. Per loro il decreto dovrebbe introdurre tutele sanitarie, ferie , maternità ecc, e maggiori vincoli per le aziende. Anche con i vertici di Foodora , la principale azienda interessata , è in programma un incontro, dopo che l'amministratore in una intervista ha annunciato che il cd. "Decreto dignità" potrebbe costringere l'azienda a lasciare l'Italia.
Sul fronte dei contratti a tutele crescenti invece non sono stati prennnunciati cambiamenti .Si ipotizza solo un aumento degli indennizzi nei licenziamenti giudicati illegittimi ma non il ripristino dell'articolo 18.
Nel decreto legge si prevede anche una stretta per le aziende che dopo aver ricevuto incentivi o sgravi dalla finanza pubblica, decidano di delocalizzare.Il ministro intende rafforzare misure già esistenti: un articolo della legge di stabilità 2014 prevede la restituzione degli incentivi in conto capitale in caso di delocalizzazione extra UE entro tre anni e per licenziamento di personale di almeno la metà. Esiste inoltre una circolare del Ministro dello sviluppo economico che richiede per l'erogazione di incentivi una «clausola, anche di fonte pattizia» su un obbligo di mantenimento della struttura produttiva nel territorio nazionale. La nuova proposta trasformerebbe questa clausola in una vera legge. Inoltre si ipotizza il divieto di delocalizzare , sempre per 3 anni , anche in casi di messa in mobilità del personale (e senza tetto del 50%). Inoltre la restituzione degli incentivi verrebbe maggiorata dagli interessi legali e scatterebbe anche in caso di cessione di rami d’azienda o di appalti a terzi .