Continua il braccio di ferro tra avvocati e INPS sul tema dell'iscrizione forzata alla Gestione separata . Dopo numerose sentenze favorevoli all'INPS, arrivano dalla sezione lavoro della Corte d’appello di Palermo e della Corte d'appello di Genova del 23 maggio due pronuncie contrarie, secondo le quali gli avvocati non sono tenuti al pagamento dei contributi INPS . Esulta l’Organismo congressuale forense che da tempo combatte una battaglia contro l'istituto previdenziale su questo tema, in particolare in difesa dei professionisti legali piu giovani e con redditi bassi . Anche il Consiglio nazionale dell'ordine Forense ha espresso oero soddisfazione.
Si tratta della cd. operazione Poseidone iniziata nel 2011, che vede l'Inps iscrivere d'ufficio i professionisti già iscritti alle proprie Casse, anche alla Gestione Separata Inps con richiesta di pagamento di contributi e sanzioni per quanto non versato dal momento dell'iscrizione alla Cassa professionale (prima della riforma professionale del 2011 infatti non era obbligatoria l’iscrizione alla Cassa forense contestualmente all’iscrizione all’Albo, se non si percepiva un determinato reddito minimo) . Il Governo ne aveva richiesto la sospensione nel 2012 ma nel 2015 sono stati nuovamente gli invii di avvisi bonari e ultimaente anche di cartelle esattoriali .
Negli anni scorsi si era consolidato un orientamento giurisprudenziale di merito su tutto il territorio nazionale in cui l'INPS era soccombente, mentre alla fine dello scorso anno n si era espressa la Cassazione con due sentenze n. 30344 e 30345/2017 riguardanti architetti e ingegneri, per la quale il versamento del solo contributo integrativo alla cassa professionale da parte di professionisti che, oltre a svolgere la libera professione, sono anche lavoratori dipendenti, non esonera dall'iscrizione e dal versamento dei contributi alla Gestione separata dell'Inps.