Sul reato di omesse ritenute previdenziali il primo presidente di Cassazione ha chiesto la pronuncia delle sezioni Unite per il diverso orientamento di Cassazione e Ministero /Inps. Le diverse interpretazione del momento di consumazione del reato di omessi contributi, da parte delle istituzioni coinvolte, sta creando un vero caos che sta rendendo impossibile all'INPS la gestione delle pratiche.
Va ricordato che l'illecito non è piu reato se l'importo dei contributi non versati resta al disotto della soglia di 10mila euro. Il problema nasce sui termini di tempo entro i quali calcolare tale importo.
Sul punto INPS, Ministero del lavoro e Procura di Roma , all'epoca dell'introduzione della norma (art. 3, comma 6, del d.lgs. n. 8/2016), in vigore dal 6 febbraio 2016 concordarono di dovere fare riferimento alla somma delle singole omissioni verificatesi nel corso di uno stesso anno, partendo dal mancato versamento del mese di gennaio (importo dovuto per il mese di dicembre dell’anno precedente), fino all’omissione del mese di dicembre (importo contributivo dovuto per novembre, seguendo quindi un criterio di calcolo per cassa (v. circolare INPS n. 121-2016). Su questa base ha operato la Procura di Roma nel definire quali fascicoli rinviare all'Inps per l'illecito amministrativo di omessi versamenti inferiori alla soglia, non piu ritenuto di rilevanza penale.
La Corte di Cassazione però ha emanato una serie di sentenze nel 2017 (22140, 39464 e 39882 ) con un diverso criterio basato sulla competenza. Ha infatti considerato di rilievo penale lo scostamento dalla soglia tenendo conto dei contributi non versati dal 16 febbraio al 16 gennaio successivo (contributi da gennaio a dicembre). A questo secondo sistema si è adeguato l'Ispettorato del lavoro come comunicato nella circolare 8376 del 25.9.2017.
E l'Inps torna a segnalare che, oltre alle difficolta tecniche iniziali per adeguare in brevissimo tempo le procedure informatiche il disaccordo porterebbe a alla necessità di rinviare in Procura di fascicoli in un primo tempo esclusi e di riesaminare , dall'altra parte, contestazioni di illecito amministrativo già emesse.
L'inps ha segnalato anche come il fenomeno abbia una amplissima diffusione: dal 2010 al 30 settembre 2017 3.199.829 segnalazioni di irregolarità, con, a quella data, 18.777 diffide penali e 366.478 notifiche per contestazioni di illecito amministrativo, con un costo complessivo per le sole notifiche di quasi 5 milioni di euro.
Su questa pesante diatriba si dovrà dunque attendere probabilmente qualche mese, la sentenza delle Sezioni unite, e non è chiaro come si regoleranno nel frattempo gli organi di controllo.