Al ministero della Giustizia in un incontro tra il sottosegretario Morrone e gli ordini professionali , lo scorso 3 luglio 2019 , si è iniziato a discutere sulle linee guida della riforma che dovrebbe ampliare e rafforzare l'applicazione dell' equo compenso per le prestazioni dei professionisti.
In apertura dei lavori il ministro Bonafede ha affermato che «Non è una questione solo economica ma riguarda la dignità dei professionisti e il livello del contributo che essi apportano alla società». Il presidente del consiglio dei commercialisti Miani ha espresso grande apprezzamento per l'opportunita portata dall'apertura del tavolo ufficiale ed ha sottolineato l'importanza di questo tema in particolare per le attività professionali che abbiano un carattere di interesse pubblico , facendo l'esempio dell’attività svolta dai collegi sindacali.
Vediamo meglio i punti principali delle linee guida:
- estensione dell’equo compenso e del regime delle clausole vessatorie sia alla pubblica amministrazione sia all’Agenzia delle Entrate ,
- obbligo per le imprese con più di 50 dipendenti o con un fatturato sopra i 10 milioni.
- collegamento tra equo compenso e sistema dei parametri, con aggiornamento per tutte le professioni diverse dagli avvocati.
- applicazione a tutti i tipi di accordi, sia preparatori che definitivi, se vincolanti per il professionista e con clausole predisposte dalle imprese, comprendendo accordi quadro e incarichi singoli.
- distinzione tra valutazione di non equità del compenso da quella di vessatorietà delle clausole per evitare la subordinazione dell’intervento giudiziale alla presenza cumulativa di entrambi i profili.
- proposta di class action dei consigli degli ordini e
- istituzione di un Osservatorio nazionale sull’applicazione dell'equo compenso.