Nel maximemendamento che ha sostituito in toto il testo del Collegato fiscale alla manovra di bilancio 2018, è stato approvato il principio dell'equo compenso per i professionisti. La norma è particolarmente importante nei rapporti tra professionisti e clienti di grandi dimensioni come enti pubblici, grandi imprese, banche o assicurazioni.
In sostanza la novità ribadisce i concetti già previsti dalla recente legge 81 2017, cd jobs act degli autonomi che in materia contrattuale (art. 3) sancisce il carattere abusivo e l’inefficacia di alcune clausole che determinano oggettivamente uno squilibrio sostanziale del rapporto contrattuale.
In sintesi dunque, se come pare certo il decreto sarà convertito in legge con l'attuale formulazione nelle previsioni contrattuali per i servizi professionali dovranno avere queste caratteristiche :
- il compenso per il prestazioni professionali concordate tra professionista e impresa o pubblica amministrazione dovrà essere rapportato alla quantità e qualità del servizio prestato . Per le professioni ordinistiche faranno fede le tabelle ministeriali sui compensi minimi.
- l'anticipazione delle spese a carico del professionista e termini di pagamento superiori a 60 giorni costituiscono clausole vessatorie e comportano la nullità del contratto .
Va ricordato che con l’articolo 3 del Jobs act lavoratori autonomi, vengono considerate abusive e prive di effetto anche le seguenti clausole contrattuali, che possono danneggiare il lavoratore autonomo :
- la modifica unilaterale del contratto del committente;
- il recesso senza congruo preavviso nel caso di contratto con prestazione continuativa;
- il contratto non in forma scritta.
In queste ipotesi, è previsto anche il risarcimento dei danni.