Il presidente del Consiglio Nazionale degli ingegneri Zambrano è intervenuto nuovamente con forza per chiedere il sostegno di tutti i professionisti ad una manifestazione indetta per il 30.11 2017.
Con la campagna " #se valgo1euro" Inarcassa, RPU e molte altre associazioni di professionisti chiederanno al Governo una risposta chiara in materia di equo compenso per le professioni ordinistiche a tutela della qualità dei servizi ai clienti. Sul tema , ricordiamo, è in discussione nelle commissioni parlamentari un disegno di legge del senatore Sacconi e diversi emendamenti in Legge di Stabilità 2018.
Zambrano si è scagliato in particolare contro la "clamorosa sentenza del Consiglio Di Stato che ha riconosciuto la congruità di un bando di gara per l’assegnazione, per un compenso simbolico di un euro, di un incarico di redazione di un importante piano urbanistico di una città del Sud” . La decisione si basa sul principio che un lavoro puo essere ricompensato altri vantaggi, economicamente apprezzabili anche se non finanziari. come visibilità o "Fama" .
Il presidente degli ingegneri sottolinea invece che “a tutela dell’anticorruzione si è garantiti solo con un corrispettivo economico chiaro e trasparente", e protesta quindi contro l' atteggiamento del Governo che " non solo non ha preso le difese dei professionisti, ma sostiene che sia possibile un corrispettivo con un altro genere di utilità e confonde tariffe minime ed equo compenso" .
Secondo gli ingegneri “Le professioni italiane, in particolare quelle tecniche, sono eccellenze di cui il Paese dovrebbe essere orgoglioso, sia per le riconosciute competenze, sia per gli stringenti obblighi nei confronti dei committenti, per effetto della recente riforma degli anni 2011 e 2012:
- assenza di barriere all’accesso;
- obbligo del preventivo scritto , dell’assicurazione per i danni provocati; della formazione continua;
- severe regole deontologiche e segreto professionale
- previdenza indipendente con l’obbligo della sostenibilità a 50 anni;
- principio di sussidiarietà, riconosciuto dall’art.5 dello Jobs act del lavoro autonomo;
- impegni con costi di migliaia di euro, “oltre a quelli del mantenimento degli studi professionali ".
A fronte di questi impegni, secondo Zambrano "i redditi sono in fase calante e per alcune categorie, in particolare i giovani, la situazione è prossima alla soglia di povertà”.