La scorsa settimana e'stato presentato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Report realizzato dall’OCSE sulle competenze lavorative in Italia , denominato ‘National Skills Strategy’. Lo studio analizza la situazione delle competenze lavorative direttamente connesse con il buon funzionamento del mercato del lavoro e la crescita del Paese, ed è stato avviato dal Governo, in collaborazione con l’OCSE, dall’inizio del 2016.
Il Rapporto mette in luce come, nonostante il recente miglioramento dei tassi di occupazione, la produttività permane a livelli non soddisfacenti, anche a causa di un grado di competenze medio della popolazione lavorativa relativamente basso e di una ancora debole domanda di competenze avanzate da parte delle aziende.
L’Italia infatti risulta al terzo posto per quantità di lavoratori con competenze inferiori rispetto alla mansione ricoperta e al settimo posto rispetto ai lavoratori con competenze superiori al ruolo ricoperto, ovvero un lavoratore su cinque è male allocato.
Lo studio evidenzia ad esempio che circa 60mila offerte di lavoro annue restano insoddisfatte per la mancato reperimento dei soggetti con adeguate competenze
Nella sua presentazione, il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurría, riconosce che l’Italia ha varato un ambizioso pacchetto di riforme per sostenere la crescita: Jobs Act, la riforma nel sistema dell’istruzione (la Buona Scuola), Piano Nazionale Scuola Digitale, Piano Nazionale Industria 4.0, ma afferma che “L'Italia deve adesso promuovere questa dinamica positiva assicurandosi che le scuole, le università e le aziende forniscano a tutti gli italiani le competenze necessarie per riuscire nel lavoro e nella vita”.
Come riporta l’OCSE, i lavoratori italiani in confronto a quelli degli altri Paesi sviluppati, mostrano buoni livelli di rapidità d’apprendimento e attitudine al problem solving. Ciò induce a ritenere che in Italia politiche mirate di istruzione e formazione della forza lavoro potrebbero favorire un utilizzo migliore e più intensivo delle competenze elevate. Il report registra anche che permangono forti differenziazioni geografiche nel Paese .
Tra le raccomandazioni dell'OCSE si segnalano :
• rafforzamento della collaborazione tra l'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) e gli attori locali in vista dell'istituzione di programmi destinati al mercato del lavoro,
• aumento delle risorse destinate alle politiche attive del mercato del lavoro;
• calo permanente degli oneri sociali versati dai datori di lavoro.
• promozione dell'organizzazione flessibile del lavoro (smart working) servizi di assistenza per la conciliazione vita-lavoro.
In ambito specificamente aziendale tra gli interventi raccomandati figurano :
• miglioramento delle competenze imprenditoriali e manageriali dei datori di lavoro, specialmente nelle aziende a conduzione familiare e nelle pmi;
• diffusione delle tecnologie e delle iniziative correlate previste dal Piano Industria 4.0 in particolar modo per le aziende le più piccole;
• sostegno all'introduzione di incentivi salariali e premi correlati alla produttività dei lavoratori al fine di utilizzare appieno le competenze disponibili;
• promozione della condivisione dei costi tramite crediti di imposta, in modo da favorire l'assunzione di operatori qualificati da parte delle pmi della stessa filiera.