Non c'è pace per lo spesometro. Tra dubbi, chiarimenti, blocco del sistema web, e proroghe l'invio dei dati delle fatture del primo semestre 2017 continua a creare problemi all'Agenzia e ai professionisti. In un comunicato congiunto di ieri, 27 settembre 2017, le maggiori sigle dei commercialisti chiedono un'ulteriore proroga di questo adempimento.
Di seguito il testo del documento, firmato da ADC – AIDC – ANC – ANDOC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO.
"Tramite inaccettabile comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate è stata resa nota la proroga del termine dell’invio dei dati delle fatture al 5 ottobre.
E’ infatti impensabile che il caos del nuovo spesometro si risolva semplicemente concedendo 7 giorni (5 giorni lavorativi) in più per l’adempimento, così come non è credibile da parte dell’Amministrazione Finanziaria il tentativo di minimizzare la portata dei problemi che hanno determinato la sospensione del servizio della piattaforma web “Fatture e Corrispettivi”.
Era giusto pretendere dall’Agenzia delle Entrate un comunicato che desse spiegazione dei fatti accaduti e indicazioni chiare sulla tempistica per il pieno ripristino del servizio, non ancora completamente avvenuto, ed era giusto aspettarsi delle doverose scuse. La risposta invece è stata non solo tardiva ma anche del tutto inadeguata.
L’aspetto più grave è che la vulnerabilità del sistema sul fronte della privacy non è stata risolta.
Se per l’anomalia riguardante la ricerca per ID delle ricevute di trasmissione, la situazione è rimasta immutata, per quanto riguarda il problema del codice fiscale, è stato inserito un alert che informa l’utente sul rispetto della normativa sulla privacy e sulle responsabilità connesse agli eventuali abusi che possono essere rilevati. Dal messaggio di avviso è legittimo supporre che la possibilità di accessi indebiti non sia stata tecnicamente bloccata, eppure il servizio è stato nuovamente reso disponibile online.
Non ricevibile è inoltre il riferimento alla discrezionalità nell’applicazione delle sanzioni, una mostruosità questa sul piano del diritto amministrativo in quanto non è prerogativa dell’Agenzia pronunciarsi sull’applicabilità delle norme, e costituisce un’offesa ai cittadini, lesi nei loro diritti.
Le Associazioni dei commercialisti sono rimaste, ad oggi, inascoltate e forse, alla luce del comunicato diffuso dall’Agenzia, un loro preventivo coinvolgimento sarebbe stato non solo auspicabile ma opportuno.
Le scriventi Associazioni hanno creduto molto nell’attività di dialogo con le Istituzioni, ma se continuano a proliferare gli adempimenti, ad esserci proroghe dovute ai disservizi della Pubblica Amministrazione, se professionisti e cittadini corrono il rischio di sanzioni che non trovano giustificazione, e se la semplificazione che si vuole proporre è fatta solo di slogan, probabilmente la strada da percorrere è un’altra.
In mancanza di una presa di posizione forte da parte del MEF, di un tempestivo intervento chiarificatore da parte dell’Amministrazione Finanziaria e del relativo partner tecnico Sogei, che possa prevedere anche un incontro con le Associazioni dei commercialisti, e se non sarà disposta una proroga più ampia rispetto al termine del 5 ottobre se non addirittura l’eliminazione dell’adempimento che non si sono dimostrati capaci di gestire con evidenti danni subiti da intermediari e contribuenti,, le stesse Associazioni sono decise ad intraprendere nuove ed incisive forme di protesta nei confronti di una situazione non più vivibile e che già abbiamo più volte denunciato. "