Definizione agevolata delle liti pendenti: la maggior parte dei sindaci non ha concesso ai propri cittadini la possibilità di definire le controversie sui tributi locali ancora pendenti.
E' infatti scaduto il 31 agosto il termine per i Comuni per deliberare l'adesione alla definizione agevolata delle liti pendenti, e molti Comuni tra cui Roma, Genova e Massa hanno deciso l'ultimo giorno. Molte delle città che hanno varato la sanatoria l’hanno fatto per archiviare un contenzioso rilevante, come nel caso di Roma che ha più di 5000 liti in corso. Grandi numeri anche a Palermo, Reggio Calabria, Lecce, Milano e Napoli . Partendo dalle statistiche delle Finanze, si può calcolare che a livello nazionale al 31 marzo scorso ci fossero quasi 72mila controversie con gli enti territoriali, pendenti davanti ai giudici di merito
Il monitoraggio del Sole 24 Ore pubblicato sul quotidiano il 4 settembre, su oltre 60 capoluoghi e grandi città, in cui vivono quasi 14 milioni di abitanti, evidenzia un tasso di adesione poco superiore al 40%.
Tra i Comuni che non hanno deliberato ci sono Torino, Trento, Prato, Salerno, Barletta e Catania. Uno degli aspetti che ha influito sulle scelte locali è il raccordo della definizione delle liti con la rottamazione delle cartelle esattoriali, prevista dal decreto fiscale (Dl 193/2016) e decisa in primavera da diversi Comuni. Ma se a Foggia e Pesaro i contribuenti hanno potuto aderire solo alla rottamazionem, a Padova una delle motivazioni per cui si è introdotta la definizione delle liti è stata mettere tutti i cittadini sullo stesso piano proprio dopo la rottamazione.