Il 15 luglio scorso era il giorno entro il quale presentare le domande di APE sociale o di pensionamento anticipato in caso di lavoro prima dei 19 anni , per i lavoratori o disoccupati che maturano i requisiti entro il 31.12.2017 (63 anni e condizioni svantaggiate per i primi o 41 anni di contributi versati per i secondi, cd. "precoci"). Per chi matura i requisiti l'anno prossimo invece, la richiesta andrà presentata entro il 31 marzo 2018.
Le domande presentate sfiorano quota 66mila, numero che supera la soglia per la quale sono state accantonate le risorse per quest'anno.La prevista riapertura di una nuova finestra entro l'anno diventa assai improbabile anche se non tutte le richieste abbiano i requisiti per essere accettate.
Probabilmente quindi l'INPS nello stilare la graduatoria , prevista per il 15 ottobre 2017 , dovra lasciare momentaneamente in attesa alcuni richiedenti che ne avessero diritto. Ricordiamo che , come specificato dalle circolari e messaggi dell'Istituto, non verrà data precedenza in ordine cronologico ma in base alla decorrenza dei requisiti per la pensione. In sostanza saranno avvantaggiati coloro che sono piu vicini all'età pensionabile e hanno quindi bisogno dell'indennita APE social, per un periodo piu breve.
Sulla stampa specializzata si avanza però l'ipotesi di un ulteriore stanziamento che potrebbe arrivare con la nuova legge di stabilità in preparazione a Ottobre. Pare vi abbia accennato Tommaso Nannicini, padre dell'attuale normativa, il quale ha suggerito a questo fine, di anticipare il termine della graduatoria finale INPS, in modo da dare al Governo il tempo di inserire nella nuova manovra finanziaria eventuali misure ulteriori. Nannicini si è anche detto convinto della necessità di rendere strutturale l’anticipo pensionistico, ad oggi solo sperimentale , e anche di rendere operativa l’Ape volontaria entro il mese di settembre , mentre si attende ancora dal Ministero del lavoro il relativo decreto attuativo .
Le domande di pensionamento anticipato sono state presentate per la grande maggioranza da disoccupati maschi, tra i 63 e 64 anni, seguiti dai lavoratori che svolgono mansioni gravose. Le donne sono meno di un quarto del totale.