Il 10 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo di riforma della magistratura onoraria e di pace, ma le proteste dell'Unione Nazionale giudici di pace non si fermeranno affatto, al contrario.
Con il decreto legislativo di riforma della magistratura onoraria e di pace, si determinerà “una nuova forma di apartheid: da una parte ci saranno i magistrati di carriera, ad impartire direttive, dall’altra i magistrati onorari, trattati come pummarò della Giustizia, a lavorare come schiavi senza alcun diritto o tutela per smaltire oltre l’80% del contenzioso giudiziario civile e penale”.
Questo quanto reso noto dall'Unione nazionale dei GIUDICI di pace che annuncia così una nuova ondata di protesta contro il ministro della Giustizia Orlando con “scioperi ripetuti a intervalli, sospensioni dal servizio, manifestazioni di piazza, azioni giudiziarie interne ed internazionali”.
“Impugneremo tutti i decreti ministeriali attuativi della riforma e solleveremo pregiudiziali dinanzi alla Corte di Giustizia Europea ed alla Corte Costituzionale”, fa sapere il sindacato dei GIUDICI di pace, ricordando anche la manifestazione per denunciare “la barbarie di questa riforma, indegna di un Paese civile e democratico”, in programma a ottobre a Bruxelles, quando al Parlamento Europeo si discuteranno le petizioni presentate dalla categoria.
Questi alcuni dei punti più contestati dello schema di decreto attuativo:
- la risibile assimilazione delle retribuzioni dei magistrati ai redditi da lavoro autonomo, con la conseguente trasformazione del giudice di pace in un magistrato privato a partita iva;
- il trattamento economico e previdenziale giudicato discriminatorio;
- la trasformazione del rapporto a tempo pieno in part-time, che per l’Una.Gi.Pa equivale ad un licenziamento illegittimo dei magistrati in servizio da 15 anni e più;
In attesa del testo definitivo, scarica il testo dello Schema del decreto legislativo sulla Riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace.